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La scultura in memoria della Shoah alla stazione di Firenze

Binario 16, viaggio di sola andata

La scultura in memoria della Shoah alla stazione di Firenze
La scultura in memoria della Shoah alla stazione di Firenze

FIRENZE – Viaggio di sola andata dal binario 16: settant’anni fa. Da stamani una significativa scultura troneggia all’interno della Stazione di Santa Maria Novella, nello spazio verde alla testata di quel binario 16, che vide il 9 novembre 1943 la partenza di oltre 300 ebrei toscani, in particolare fiorentini e senesi, catturati e deportati ad Auschwitz. Ne uscirono vivi soltanto in 15: 7 donne e 8 uomini. La cerimonia di inaugurazione del monumento realizzato da Nicola Rossini, un giovane studente dell’Accademia di Belle Arti, ha visto la presenza, assai numerosa, della Comunità ebraica accanto alla quale si sono stretti Autorità e tanti comuni cittadini spinti dal desiderio di ricordare.

Erano presenti i Gonfaloni del comune e della provincia di Firenze
Erano presenti i Gonfaloni del comune e della provincia di Firenze

Dopo il suono delle chiarine che accompagnavano il Gonfalone della città di Firenze, a prendere la parola è stata Sara Cividalli, presidente della Comunità ebraica di Firenze, seguita dall’assessore comunale all’ambiente Caterina Biti e dall’assessore provinciale Marco Gamannossi che nel suo intervento sulla memoria ha, tra l’altro, ricordato Oscar Wilde: «La memoria è un diario che ci portiamo sempre con noi». Una rappresentante della Compagnia Teatri d’Imbarco ha declamato un canto di Primo Levi e il presidente del Rotary Club Firenze Leonardo Masotti che molto si è speso nel promuovere e finanziare questo Service all’insegna del «diritto più che del dovere di ricordare». In tanti i compartecipi: la Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Firenze patrocinanti; la Soprintendenza ai beni architettonici nonché Grandi Stazioni SpA e Rete Ferroviaria Italiana, che hanno fornito la propria collaborazione; mentre ai contributi hanno pensato tra gli altri l’Ente Cassa Risparmio di Firenze, Unicredit, la Banca Federico del Vecchio, Bassilichi.

Il pensiero conclusivo è stato del Rabbino capo Rav Joseph Levi che ha quindi intonato alcuni versetti del salmo 118. Ma a polarizzare l’attenzione è stato naturalmente il giovane artista Rossini, di origini bresciane, vincitore del bando di concorso promosso dal Rotary Club Firenze e dalla locale Comunità ebraica, che ha presentato la sua opera: un pesante blocco di pietra proveniente dalla terra d’Israele, posto su due binari troncati e arrugginiti, spaccato in quattro parti da un grosso chiodo infisso verticalmente. A condensare in un tutt’uno l’immane tragedia vissuta dal popolo d’Israele e la memoria imperitura della Shoah.

[S.T.]

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