Firenze ricorda i Caduti nelle missioni di pace
FIRENZE – Ricordata stamani anche a Firenze la «Giornata dedicata al ricordo dei caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace» con una cerimonia semplice ma sentita in Piazza dell’Unità d’Italia. Alle 10.30 una corona d’alloro è stata deposta ai piedi dell’ obelisco, che ricorda i Caduti di tutte le guerre. Una commemorazione densa di significato in quanto quest’anno ricorre il decimo anniversario della strage di Nassiriya, uno dei più grandi atti terroristici contro le nostre Forze Armate in tempo di pace.
Tra gli intervenuti il sindaco Matteo Renzi, il prefetto Luigi Varratta, il presidente della corte d’appello Fabio Massimo Drago, il generale di corpo d’armata della Finanza Michele Adinolfi, il questore Raffaele Micillo, il generale di brigata dei Carabinieri Alberto Mosca insieme ai vertici militari delle città. Un picchetto interforze e la fanfara della Scuola Marescialli e Brigadieri hanno reso gli onori.
Nel suo intervento Renzi ha voluto ribadire, a coloro che in questi giorni mettono in discussione il ruolo delle nostre Forze armate nelle missioni di pace, l’importanza che queste ricoprono nello scenario internazionale nel garantire la pace e la sicurezza. Missioni che servono a garantire i diritti inviolabili dell’uomo, oltre – ha detto Renzi – «alla possibilità di dare valori di democrazia e di libertà a popoli che dovrebbero vivere una primavera che in molti casi si fa autunno per non dire inverno».
Il comandante del presidio militare di Firenze, generale di divisione aerea Gian Franco Camperi, a nome di tutte le forze armate, ha sottolineato come questa commemorazione dia l’opportunità di mostrare «l’orgoglio di appartenere ad una patria che, pur pagando un pesante tributo di vita, è protagonista della comunità internazionale in difesa dei diritti fondamentali dell’uomo, della democrazia e nel fronteggiare il terrorismo in ogni sua forma, ispirandosi ai valori fondamentali della nostra costituzione». «Non si combatte per il piacere di combattere – ha concluso Camperi – non si muore per il piacere di morire, non si getta la propria giovinezza senza comprendere la necessità del sacrificio, ma ci si deve battere contro ogni forma di violenza e di sopraffazione».
In precedenza i Carabinieri avevano reso omaggio ai loro morti (solo a Nassiriya furono ben 12) depositando una corona di fiori al monumento ai Caduti all’interno della caserma Baldissera, sede del Comando Legione Toscana, del Reggimento della Scuola marescialli e brigadieri e del VI Battaglione Toscana. Il cappellano militare della Legione, monsignor Mauro Tramontano, ha letto la preghiera in memoria dei Caduti.
PAOLO
I nostri militari all’estero garantiscono la pace e la sicurezza? Non certo la propria, dato che è un continuo stillicidio di caduti in imboscate…Queste missioni fanno ricordare che qualcosa del genere fece, secoli fa, Camillo Cavour, quando inviò reparti dell’Esercito (a quel tempo non ancora Italiano, ma Piemontese) al fianco dei francesi (1855) a combattere in Crimea, perchè così il Piemonte assumeva di fonte agli altri stati un ruolo molto più importante….
Se poi consideriamo l’Afganistan, ha una popolazione che da secoli combatte contro tutti gli eserciti che lo invadono: Inglesi, Russi, Americani con alleati vari….