Concordia, capo elettricisti:«Diesel d’emergenza non funzionò»
GROSSETO – «Il generatore di emergenza della Concordia non funzionò, usammo un cacciavite per tenere acceso l’interruttore e farlo ripartire, ci riuscimmo tre volte, in questo modo lo riattivammo per alcuni minuti. Eppure il 9 gennaio, tre giorni prima, a Barcellona fu fatto un test ed era entrato in funzione». Lo ha testimoniato il capo elettricista della nave, Antonio Muscas, al processo di Grosseto sul naufragio del Giglio del 12 gennaio 2012, che causò 32 vittime.
Muscas ne ha parlato in riferimento ai drammatici momenti dopo l’urto con gli scogli, quando in brevissimo tempo tutti gli apparati della nave andarono in avaria e unica possibilità di avere energia a bordo era affidata al generatore di emergenza di energia elettrica, prodotta con motore diesel. Muscas, rispondendo al pm Alessandro Leopizzi e alle parti, ha precisato che dal generatore di emergenza proviene l’energia per azionare i bracci di sgancio delle scialuppe di salvataggio e per far funzionare gli ascensori in modo da riportarli ai ponti di imbarco sulle lance di salvataggio. Dopo l’urto il generatore diesel di emergenza non partì, cercarono di riattivarlo ma era in avaria anche la ventola di raffreddamento del motore.
Muscas ha evidenziato che, rispetto ad altre navi da crociera, la Costa Concordia non ha sistemi elettrici doppi, posizionati in luoghi diversi della nave, così da sperare di averne almeno uno funzionante, e questo ha peggiorato le condizioni per ovviare alle avarie. Riguardo alle comunicazioni date al ponte di comando, il capo elettricista Muscas ha detto di non averlo fatto «perché non potevo andare al telefono, che era dalla parte opposta a dove stavo lavorando in emergenza. Tempo dopo a un certo punto, dal ponte zero (dove c’è la centrale delle sale macchine) ho sentito dire di abbandonare la centrale e la nave».
«Il capo elettricista Antonio Muscas ha detto che il generatore d’emergenza era allagato per tutto il locale, subito dopo l’urto: con una lesione della nave di questo genere è ovvio che una parte significativa degli impianti non funzionasse» ha detto il difensore di Costa Crociere spa, avvocato Marco De Luca, commentando la testimonianza di stamani del capo elettricista che ha parlato del mancato funzionamento del generatore di emergenza dopo l’impatto della Concordia.
De Luca ha polemizzato con le parti civili, laddove nel processo evidenziano che sulla nave vari apparati erano in avaria. «Non funzionava nulla sulla Costa Concordia, come dicono le parti civili? Quello che dicono mi pare che conti proprio poco, direi dallo zero in giù. Quello che conta è quello che dicono i testimoni e in qualche misura gli indagati, e soprattutto i periti che mi pare che non dicano affatto una stupidaggine di questo genere. I periti smentiscono un’affermazione di questo genere come quella fatta dalle parti civili».