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Natale 2025
Il dramma della Concordia al Giglio

Concordia, teste: «Pensavo che Schettino si potesse suicidare»

Il dramma della Concordia al Giglio
Il dramma della Concordia al Giglio

GROSSETO – «Il comandante Schettino volle rimanere da solo sullo scoglio. Era lì solo. Pensavo che si potesse suicidare». Lo ha raccontato il comandante in seconda della Costa Concordia Dimitrios Christidis testimoniando stamani al processo di Grosseto sul naufragio.

Christidis raggiunse Schettino sullo scoglio dopo che era arrivato a terra con una zattera di salvataggio con una quarantina di naufraghi. «A una certa distanza -ha raccontato il testimone in aula- c’era il comandante Schettino. Era al telefono e guardava la nave. Mi sono avvicinato a lui e gli ho parlato. Gli ho detto di portare via i passeggeri perché non stessero all’addiaccio, era freddo. Ma Schettino mi rispose: ‘io devo stare qua per organizzare il soccorso’. E allora io gli dissi: ‘qua non possiamo organizzare niente, siamo su uno scoglio’. In realtà lui voleva rimanere lì da solo sullo scoglio. E allora pensai che si potesse suicidare. Rimanemmo su quello scoglio per una mezz’ora circa».

«La situazione era grave, non si sentivano ordini. Mi sarei aspettato l’ordine di emergenza generale, o quello di abbandono nave. Mi aspettavo ordini più incisivi, mentre ho sentito che chiamavano il ‘tango india’ (soccorso a infortunati) e che chiamavano il segnale di falla il Delta-x-ray, sono due fischi, mentre scendevo giù in macchina» ha raccontato il comandante in seconda Christidis. Invece, più tardi, quando ormai il naufragio era chiaro e doveva essere abbandonata la nave, il comandante in seconda (in gergo, K2) ha detto: «Cercai di mettere pressione al comandante Schettino che peraltro mi appariva lucido, non so, forse non se lo aspettava, a dare l’abbandono nave poi è stato spinto un po’, da me e anche dall’altro comandante in seconda Bosio. E’ stato un insieme di suggerimenti, per convincerlo».

«Dopo 45 minuti dall’impatto la situazione ancora non era chiara. La gente deve capire con chi ha a che fare. Schettino è una brava persona». Lo ha detto l’avvocato Patrizio Le Piane, del pool difensivo di Schettino, unico imputato al processo sul naufragio della Costa Concordia, commentando quanto emerso nel processo finora, in riferimento ai tempi del naufragio ricostruiti nel processo con le testimonianze delle ultime udienze. Secondo il legale di fatto in plancia dopo 45 minuti non si sapeva quanti compartimenti fossero allagati.

«Sulla Costa Concordia non funzionò praticamente nulla e la società ci offende se non riconosce il nostro ruolo processuale». Così le parti civili rappresentate al processo di Grosseto dal pool di legali ‘Giustizia per la Concordia’, secondo dichiarazioni fatte stamani con una nota scritta, criticano le affermazioni fatte ieri dal difensore della Costa Crociere spa, avvocato Marco De Luca, che aveva definito i rilievi delle parti civili «stupidaggini e che contano da zero in giù». In questa fase del processo il confronto tra parti civili e Costa spa, si è acuito.


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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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