Dopo la strage, blitz nelle aziende cinesi di Prato
PRATO – Dalle prime ore del mattino è scattato un blitz nelle varie aziende cinesi di Prato. È questa la risposta del Comune dopo la tragedia di ieri al Macrolotto.
Il giorno dopo fuori dalla fabbrica bruciata c’è un grande ammasso di tessuti bruciati, balle di cascame tessile, pezzi di ferro. Sul posto sono tornati il Governatore Enrico Rossi, l’assessore comunale Aldo Milone e Massimiliano Brezzo, segretario dei tessili della Cgil.
Una strage che ha segnato la coscienza dei soccorritori e delle istituzioni. Condizioni di lavoro che sconfinano nella schiavitù, assenza di diritti umani prima che sindacali. Una tragedia, purtroppo, per certi versi annunciata, viste le denunce cadute nel vuoto anno dopo anno. Il Macrolotto di Prato è una delle peggiori Chinatown d’Italia, dove il lavoro è vita, e dove la considerazione per la vita è quasi inesistente. Senza accordi internazionali ci ritroveremo a piangere altre vittime, esattamente come avviene per i barconi dal Nord Africa.
Sette vittime e due feriti gravi ricoverati in rianimazione dopo l’incendio nel pronto moda «Teresa Moda» di via Toscana. Il sindaco Roberto Cenni: «Non possiamo più permettere che accada». Intanto un vigile del fuoco ammette una realtà inquietante: il rogo potrebbe aver sprigionato amianto, tutta la zona della fabbrica potrebbe essere stata contaminata.
I cadaveri sono conservati nelle celle frigorifere dell’obitorio in attesa delle disposizioni della procura di Prato. Le fiamme hanno fatto crollare la zona dormitorio del capannone industriale.
La procura apre un’inchiesta con le ipotesi di reato di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, omissione delle misure per la sicurezza sul lavoro. Lo ha annunciato il procuratore capo Piero Tony. Non sarà un fascicolo contro ignoti ma contro persone fisiche che saranno individuate in giornata. La titolare formale della confezione viene ricercata ma non è ancora stata individuata. I testimoni sono reticenti e non esiste un elenco di nomi e cognomi delle persone della ditta. Per quanto riguarda i proprietari italiani del capannone, invece, teoricamente potrebbero essere indagati ma solo se sarà provato che erano a conoscenza delle violazioni delle norme edilizie e della sicurezza. All’interno dell’azienda si trovavano sicuramente due clandestini. Uno è morto e l’altro è ferito.
Per quanto riguarda le origini dell’incendio, il sostituto Gestri esclude che ci sia stata una causa esterna. Più probabile che il rogo sia partito dalla cucina, in particolare da una stufetta elettrica. Tony ha inoltre spiegato che negli ultimi quattro anni sono stati fatti 1.400 controlli in aziende cinesi che hanno condotto a 600 sequestri. Tuttavia i controlli restano insufficienti, non tanto perché manchi l’impegno nel farli, ma perché le aziende da controllare sono troppe.
Il Comune ha stilato un elenco dei controlli fatti durante questo mandato. Gli incassi derivanti dai sequestri di macchinari superano 1,5 milioni di euro rispetto ai 220mila euro complessivi dei 20 anni precedenti. Il numero dei macchinari sequestrati raggiunge quali le 30 mila unità. Ecco gli altri dati:
– Oltre 1.400 controlli su immobili in uso a imprese, di cui 311 nell’anno 2013
– Circa 1.200 imprese controllate
– Oltre 600 immobili posti sotto sequestro
– Oltre 1.000 verbali di sequestro macchinari con oltre 26mila macchine sequestrate
– Oltre 1.600 sanzioni amministrative per violazioni varie all’interno dei laboratori
Lutto cittadino. Sarà fissato per mercoledì, insieme a un consiglio comunale straordinario. La decisione è stata presa dalla giunta. Il consiglio è fissato per le 15.30, all’inizio suonerà la campana di palazzo Pretorio. Alle 12 gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado osserveranno un minuto di silenzio. Il sindaco invita tutti per quella giornata ad appendere un drappo nero alle finestre.