Incendio nella fabbrica di Prato, presto 2-3 indagati
PRATO – «La procura si appresta a indagare due-tre persone per il rogo avvenuto domenica scorsa nella ditta ‘Teresa moda’ a Prato e costato la vita a sette lavoratori cinesi». Lo ha confermato il procuratore capo di Prato Piero Tony. L’iscrizione dovrebbe essere fatta in giornata e riguarda connazionali delle vittime: si tratterebbe della titolare e dei due gestori della ditta. Tony non ha escluso che si possa arrivare al coinvolgimento anche di cittadini italiani.
La procura ha acquisito gli atti dei rilievi dei vigili del fuoco nel lotto del capannone: la grande parte dell’incendio si è sviluppata in una zona in fondo a destra del capannone, quella adibita alla cucina e al riposo. Questo particolare farebbe ipotizzare che a innescare l’incendio possa essere stata una stufa mal funzionante oppure lo scoppio della bombola di gas dei fornelli.
Quello che sicuramente è emerso è che «il sito non rispettava le misure di prevenzione e anti-incendio, non c’erano uscite di sicurezza né maniglioni antipanico» ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, nell’informativa alla Camera spiegando che la titolare del capannone è una cinese residente a Roma e al momento irreperibile. Si chiama Ji Lang Ling.
Negli ultimi due anni a Prato il gruppo interforze ha svolto 1.571 controlli su immobili adibiti ad imprese. «L’impegno del ministero -ha sottolineato Giovannini- è attestato dagli esiti dell’attività di vigilanza. Nel 2012 sono state fatte 996 ispezioni, il 50% su aziende gestite da cinesi. Quest’anno sono state 780 le ispezioni, oltre la metà su imprese cinesi. Lo scorso anno sono state contestate 1.084 maxisanzioni per lavoro nero e 674 quest’anno. I lavoratori clandestini rintracciati sono stati 253 l’anno scorso e 166 nei primi dieci mesi di quest’anno. Sono stati inoltre adottati 206 provvedimenti di sospensione dell’attività lavorativa e 155 nel 2012».