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Tassisti strapazzati da studi di settore che tassano oltre il 50%

Firenze, tassisti: «La crisi morde anche noi»

Tassisti a convegno a FirenzeTassisti a convegno a Firenze
Tassisti a convegno a FirenzeTassisti a convegno a Firenze

FIRENZE ­– Al centro del convegno svoltosi a Firenze il futuro di una categoria duramente provata dalla crisi e mai così distante dal più comune stereotipo che la vede godere di privilegi speciali, quasi da casta, che le consentirebbero protezione degli interessi e consistenti guadagni. Niente di più falso sostiene Simone Andrei, presidente Confartigianato Taxi Firenze e Toscana: «Lasciando il mondo dei sogni e tornando su questa terra le criticità abbondano. Eccesso di offerta a fronte di una domanda sempre più contratta dalla crisi; incremento della pressione fiscale diretta e indiretta; la difficoltà nella gestione della chiusura attività (i tassisti non possono chiudere attività pena la decadenza della licenza); concorrenza sleale di settori affini e vettori esteri tanto per citare qualcuna».

Tassisti strapazzati da studi di settore che tassano oltre il 50%
Tassisti strapazzati da studi di settore che tassano oltre il 50%

Spinosa la questione fiscale che vede i tassisti strapazzati da studi di settore che tassano oltre il 50% senza che la categoria possa contare su alcun ammortizzatore. «Ci auguriamo che il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Rocco Girlanda confermi l’impegno ad estendere ai taxi il rimborso delle accise deciso per le imprese di autotrasporto –sottolinea Andrei- I tassisti italiani non accettano di essere considerati una categoria di serie B. La nostra situazione è analoga a quella degli imprenditori dell’autotrasporto. La riduzione del credito d’imposta sulle accise del carburante, prevista dalla legge di stabilità, rappresenta il colpo di grazia per il nostro settore che dal 2008 ad oggi ha perso il 40% della redditività».

A soffrire di più le ripercussioni negative di questa somma di problemi i giovani, che si trovano in forti difficoltà di fronte agli impegni economici propri dell’avvio di un’attività e a una concorrenza sleale dilagante negli ultimi anni. Si tratta degli shuttle, dei tour operator, di chi organizza congressi, fiere e manifestazione e finanche delle auto di cortesia, per non parlare dell’ultima arrivata: Uber, la app per smartphone che sta scardinando il sistema di spostamento su taxi e auto a noleggio in alcune grandi città.

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