Blitz falsi residenti cinesi a Prato, denunciato l’interprete della Procura
PRATO – Ci sono nuovi sviluppi nell’inchiesta che ha portato all’arresto di una dipendente del Comune di Prato e di altri complici. Tredici misure cautelari nei confronti dei membri di un’associazione che rilasciava falsi certificati di residenza agli immigrati cinesi. 11 arresti eseguiti, 2 asiatici ancora ricercati.
Perquisito e poi denunciato perfino il cittadino cinese utilizzato dalla Procura in qualità di interprete.
Ricordiamo che in manette è finita la dipendente del Comune di Prato, Angela Olivieri, 51 anni, addetta al rilascio delle certificazioni di residenza (ora agli arresti domiciliari), insieme ad altre persone. Tra queste anche Irma Porcaro, 59 anni, ex dipendente dello stesso Ufficio anagrafe come ausiliaria, considerata la mente dell’associazione a delinquere.
Ai domiciliari anche Francesco Ludovico Catania, 24 anni, e Luca Romano, 26 anni, figli di Irma Porcaro. Una terza figlia, Perla Federica Catania, è accusata di aver fatto parte dell’associazione a delinquere ma non è stata raggiunta da misure di custodia. I cinesi (quattro in carcere e tre all’obbligo di dimora) sono Xu Yang, 26 anni, Zheng Mingli, 32 anni, Li Fangfang, donna di 27 anni, Zhuge Xinhai, 39 anni, Su Wenhu, 49 anni, Pan Xiaofei, donna di 39 anni, e Yan Weixia, donna di 18 anni, tutti residenti a Prato.
Il giro del malaffare della banda si aggirava attorno al mezzo milione di euro. Ad ogni cinese, per aver il falso certificato di residenza, veniva chiesta una tangente tra i 600 ed i 1.500 euro.