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Addio a monsignor Morozzi, salvò le opere di Santi Apostoli dall’alluvione

Monsignor Morozzi è stato parroco di Santi Apostoli a Firenze per più dii 50 anni
Monsignor Morozzi è stato parroco di Santi Apostoli a Firenze per più dii 50 anni

FIRENZE – Si è spento giovedì scorso monsignor Elio Morozzi,ordinato sacerdote il 25 giugno 1944 e parroco di Santissimi Apostoli e Biagio, fra le più antiche chiese di Firenze. Si stringono intorno ai familiari di Morozzi i parrocchiani, il Capitolo Metropolitano Fiorentino e la Venerabile Arciconfraternita della Misericordia.

Le esequie si terrannosabato 7 dicembre alle 15,nella Chiesa di cui è stato parroco per decenni e saranno presiedute dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze.

Monsignor Elio Morozzi
Monsignor Elio Morozzi

Morozzi è anche conosciuto in città per essere stato il parroco che, insieme al ministro Luciano Becattini, ha salvato la chiesa e le sue preziosissime opere dai danni provocati dall’alluvione di Firenze del ’66. La chiesa, infatti, si trova in piazza del Limbo a Firenze, a due passi dal fiume, e vi sono contenuti dipinti e affreschi di inestimabile valore. Proprio in questa chiesa hanno origine alcune delle più antiche tradizioni della città, come lo Scoppio del Carro: anche per questo la chiesa ha il “soprannome popolare” di Vecchio Duomo di Firenze.

La pala di Gabbiani, ultima opera restaurata dopo l'alluvione del '66 a Santi Apostoli
La pala di Gabbiani, ultima opera restaurata dopo l’alluvione del ’66 a Santi Apostoli

L’ultimo significativo restauro fu presentato da monsignor Morozzi ai fedeli il 4 novembre 2011. Il sacerdote fece un commosso intervento in occasione del 45° dall’alluvione, scoprendo la monumentale Pala con “San Francesco di Sales in gloria” (patrono dei giornalisti) di Anton Domenico Gabbiani. Di fatto, quello era stato l’ultimo grande dipinto, a suo tempo alluvionato, restituito alla chiesa e alla città.

L’evento curato insieme alla Soprintendenza per il Polo Museale della Città di Firenze vide, di fronte a un foltissimo pubblico, anche gli interventi di monsignor Timothy Verdon, direttore dell’Ufficio per l’Arte Sacra dell’Arcidiocesi e del Museo dell’Opera del Duomo, della dottoressa Maria Matilde Simari, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza che diresse il restauro, del giovane studioso Marco Betti e dei restauratori Andrea e Giacomo Granchi dello Studio Granchi di Firenze che spiegarono, attraverso una carrellata di immagini, l’articolato intervento di restauro del dipinto e della cornice.Fu proprio monsignor Morozzi a benedire l’opera ricollocata nella sua cappella d’origine.

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