Bidoni tossici in mare alla Gorgona, in 3 a processo
LIVORNO – Saranno in tre ad andare a processo per disastro ambientale dovuto ad un errore umano e in particolare all’imprudenza del comandate dell’Eurocargo Venezia della società Grimaldi partito da Catania e diretto a Genova. Caddero in mare 198 bidoni tossici, avvenne il 17 dicembre 2011 nel tratto di mare a circa 35 miglia dalla costa livornese.
Pietro Colotto, 63 anni residente a Lerici, comandante della motonave, invece di cercare riparo dalla burrasca forza 9 che quella notte spazzava il Mar Tirreno con onde alte fino a 10 metri e raffiche di vento di libeccio che toccarono i 120 chilometri orari, decise di proseguire la navigazione verso la Liguria fino ad effettuare «una repentina accostata per evitare la collisione con un’altra nave», la Cragside. E innescando con quella manovra «un’inclinazione impressionante» della nave e la conseguente perdita, al largo di Gorgona, di 198 bidoni tossici contenenti veleni, come ossidi di nichel e molibdeno esausto, 71 dei quali ancora dispersi ad oltre 500 metri di profondità.
La ricostruzione del disastro ambientale è stata fatta dalla Procura di Livorno che ha chiesto il processo per tre persone con l’accusa di concorso in disastro colposo, delitto colposo di pericolo e lo sversamento in mare di 34mila chili di materiale tossico.
Davanti al gip compariranno anche Salvatore Morello 47 anni, siracusano, responsabile del magazzino e delle spedizioni della società Isab srl, produttrice del rifiuto, e Mario Saccà, 55enne, messinese, quale spedizioniere della merce-rifiuto e legale rappresentante ed amministratore unico della società di Autotrasporti Fratelli Saccà.