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Sono iniziati gli interrogatori della banda dele false residenze ai cinesi

False residenze ai cinesi, gli interrogatori

Sono iniziati gli interrogatori della banda dele false residenze ai cinesi
Sono iniziati gli interrogatori della banda dele false residenze ai cinesi

PRATO – L’ex impiegata 58enne dell’Anagrafe del comune di Prato, Irma Porcaro, ha ammesso le proprie responsabilità ma ha cercato di dimostrare che i due figli Luca Romano di 36 anni e Francesco Ludovico Catania di 24, come lei ai domiciliari, non sapessero nulla della compravendita dei certificati di residenza ai cinesi.

Inchiesta che ha visto l’emissione di 11 provvedimenti restrittivi con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso ideologico. Coinvolti quattro italiani e sette cinesi.

In fase di interrogatorio, Yang Xu, 26 anni conosciuto col soprannome di Johnny, e Mingli Zheng di 32 anni conosciuto col nome italiano di Paolo, avrebbero ammesso le proprie responsabilità e collaborato con gli investigatori.

Angela Olivieri 51 anni, impiegata comunale dell’Anagrafe di Prato ha spiegato che il suo ruolo era marginale. Ha detto di non aver mai preso soldi per il disbrigo di quelle pratiche sulle quali inseriva la clausola della non necessità per la polizia municipale di andare ad effettuare il controllo per verificare che effettivamente quei cinesi indicati sul certificato erano residenti a quell’indirizzo. In realtà, in casa di Irma Porcaro, sarebbero stati trovati diversi bollettini di utenze a nome della Olivieri, pagati dalla stessa Porcaro.

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