Seconda rata e mini-Imu, ecco le scadenze
FIRENZE – Sono 2.390 i Comuni che hanno alzato l’aliquota sulla prima casa, per oltre 27 milioni di residenti: lì il 40% dell’extragettito è a carico dei contribuenti. Un italiano su tre chiamato a un saldo sulla seconda casa con aliquota massima. Si avvicinano le scadenze per il pagamento dell’Imu sulle seconde case e si delinea la situazione per la cosiddetta mini-Imu sulle abitazioni principali.
Il 16 dicembre. Entro il 16 dicembre sono chiamati all’appuntamento con il versamento sia i proprietari di seconde case che quelli di immobili strumentali come i negozi, gli alberghi oppure i capannoni delle imprese. Sul primo fronte i cittadini proprietari devono scontare al momento del pagamento l’innalzamento delle aliquote deliberato dagli Enti locali, che in molti casi hanno spostato al rialzo la soglia base del 7,6 per mille.
L’aliquota ordinaria è salita al massimo previsto dalla legge in 877 Comuni, che l’hanno portata al 10,6 per mille. Tra questi spiccano le decisioni di 55 Comuni capoluogo, dalla A di Agrigento alla V di Verona, passando per le principali città italiane come Torino, Milano, Venezia, Firenze, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Catania, Palermo e Bari. Questa scelta, per altro, pone dei problemi sulla definizione del bilancio del prossimo anno.
Sommando ai Comuni con aliquota massima gli altri che hanno approntato un aumento dell’imposizione, si ha un totale di 5013 Comuni sopra la soglia del 7,6 per mille, l’83% della popolazione. Il 68% dei residenti proprietari, si ritrova a dover versare il saldo Imu con un’aliquota superiore al 9 per mille, mentre l’acconto era stato pagato secondo le vecchie disposizioni relative al 2012. Solo il 17% della popolazione si ritrova senza aggravi.
Il 16 gennaio. Resta da chiarire la situazione per la mini-Imu, quella che non ci si attendeva di dover pagare perché relativa al possesso dell’abitazione principale. Il governo pare intenzionato comunque ad annullarla, anche se sembra sempre più probabile si vada verso il suo pagamento per poi stornarne gli effetti con un rimborso in forma di sconto sulla Tasi. Per i residenti in Comuni dove questa è stata innalzata, resta da versare il 40% dell’extra-gettito non ancora coperto dallo Stato, che dovrebbe pesare in media intorno ai 40 euro.