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Un maledetto venerdì 13 del 2013

orario
Ritardi di treni AV

Il governatore della Toscana Enrico Rossi si può consolare: anche i ricchi piangono. Non soltanto i treni pendolari, ma anche i «Frecciarossa» restano talvolta impantanati nei disservizi della circolazione ferroviaria.

CRONACA DI UN VENERDI’13 – Questa è la cronaca di una giornata particolarmente sfortunata, venerdì 13 dicembre del 2013. Avendo un impegno a Roma, quale Presidente della Commissione giudicante della FIDAL (Federazione Atletica Leggera), mi reco nella capitale e, fino alla seduta nella quale abbiamo severamente sanzionato atleti e dirigenti di alcune società sarde, tutto è filato liscio. Sarà per gli accidenti che forse ci hanno mandato i nostri condannati (abbiamo comminato squalifiche per 5 mesi e multe per 5.000€), sarà per la coincidenza del venerdì 13, ma da quel momento tutto comincia a andare storto.

TRAFFICO E TRENI– Avevo premura di tornare a Firenze per un incontro con vecchi amici, quindi chiamo il taxi che, a causa del traffico romano, arriva dopo mezz’ora. Giunto alla stazione Termini m’imbarco su un potente convoglio AV (cosi vengono pomposamente definiti) di Trenitalia, in servizio da Roma a Torino. Per la precisione il treno AV 9576 delle ore 18,05. Raggiungo il posto assegnato dopo aver fatto provvista di qualche biscotto da sgranocchiare durante il breve (in teoria) viaggio. Primo annuncio alle 18,00: la capotreno informa che partiremo con 15 min di ritardo per guasto all’impianto di circolazione (si presume dell’aria). Dopo soli 10 min partiamo, quasi un miracolo. Fermata a Roma Tiburtina, la capotreno ci avverte che attendiamo il «via libera per guasti alla linea». Attesa snervante, qualche risata dei passeggeri, qualche imprecazione, ma per ora siamo tranquilli. Si riparte, numerose soste fra Roma Tiburtina e Settebagni, poi ci dirottano sulla linea lenta.

RITARDI E DISAGI– Decido di consultare con il mio tablet il sito di Trenitalia: informa (ore 16,25) che la circolazione era rallentata fra Gallese e Orte. Alle 20 nessuna nuova sulle operazioni di ripristino. Sono passate quasi quattro ore e all’inconveniente non è stato posto rimedio, manco fossimo nelle ferrovie di un paese primitivo. Intanto i gentili responsabili del bar distribuiscono gratis qualche bevanda anche in 2ª classe. Vista la mala parata mangio i biscotti che avevo di scorta. Procediamo nel buio più completo della campagna laziale. Ore 20,20 non funzionano metà dei monitor della carrozza 8 e quindi non posso controllare se il GPS del treno ci fornisce la posizione, in assenza di ulteriori comunicazioni. Accendo il cellulare e verifico sul mio GPS. Siamo quasi a Orte scalo, la capotreno ci comunica il ritardo: 107 min, mi sembra ottimista, sono le 20,30. Infatti alle 20,45 il ritardo è già salito a 123 min. Secondo il mio GPS siamo nei pressi di Castiglione in Teverina.

PENSIERO GRATO PER LE AUTORITÀ –Stiamo procedendo a rilento e a questo punto mi sorge spontaneo un pensiero grato per l’ad delle Ferrovie Mauro Moretti e per i due presidenti (del Consiglio e della Repubblica) che ci regalano tanta efficienza. Il convoglio adesso viaggia a una velocità decente. Forse dopo Orte ci hanno fatto rientrare sulla linea ad alta velocità. Meno male. Da questo momento non ci sono intoppi, il treno fila liscio fino alla meta, i passeggeri non sono tanto incavolati, ormai sono rassegnati alle disfunzioni italiche. Siamo nel Valdarno, sono le 21,20. Il ritardo dovrebbe aggirarsi sui 130 minuti, forse riesco a tornare a casa a un’ora decente, ma l’appuntamento con gli amici è ormai saltato. Il personale di Trenitalia ovviamente non ha controllato il biglietto.

FINALMENTE A CASA– Arriviamo alle 21,44, l’orario previsto era le 19,36. Abbiamo accumulato due ore e 8 min di ritardo (il tabellone segna che il treno partirà per Torino con 125 min di ritardo). Esco, aspetto 10 minuti l’autobus che mi porterà a casa. Finalmente questa lunga giornata fra trasporti e circolazione che non funzionano, specchio dell’attuale situazione italica, è terminata. Non ci credevo, ma forse è proprio vero. Al di là delle pecche che angustiano il nostro paese, attenti al venerdì 13.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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