Concordia, Schettino: «Me la sentivo di tornare a bordo»
GROSSETO – «Certamente che me la sentivo di tornare a bordo, ma vi pare?». A dirlo il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino rispondendo ad una domanda dei giornalisti uscendo dall’udienza odierna del processo a Grosseto dove è imputato per il disastro del Giglio.
Schettino ha anche detto di essere «d’accordo con la Capitaneria di porto per rimanere l’ultimo a scendere dalla nave» ma che poi fu costretto a lasciarla per la progressiva inclinazione nel punto in cui si trovava.
«No, non è un cruccio non essere risalito a bordo della Costa Concordia mentre era in corso il naufragio: semmai il mio cruccio è che nessuno vuole capire come siano andate veramente le cose, anche se piano piano forse ci stiamo riuscendo» ha detto l’ex comandante Francesco Schettino. L’abbandono della nave è una delle accuse che lo riguardano come imputato del processo. Tra le altre ci sono omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, naufragio colposo, abbandono di incapaci, mancate o difformi comunicazioni alle autorità.
PAOLO
Grande faccia tosta, quest’uomo! C’è la famosa telefonata registrata con il comandante della Capitaneria in cui chiaramente dice che “è buio….”
Non solo ha commesso gravissime mancanze, ma non vuole neppure assumersi la responsabilità. Questo la dice tutta sul personaggio. Resta inspiegabile come abbia fatto la Costa ad affidargli quella nave.