Omicidio Meredith, Amanda: «Ho paura, contro di me abuso maligno» (Audio)
SINTESI AUDIO MAIL AMANDA KNOX
FIRENZE – «Non sono presente in aula perché ho paura. Ho paura che la veemenza dell’accusa vi impressionerà, che il loro fumo negli occhi vi accecherà». Lo scrive Amanda Knox in una mail consegnata dai suoi difensori alla Corte d’appello di Firenze. Parlando delle accuse Amanda le definisce un «abuso ingiusto e maligno».
«Meredith era la mia amica. Lei mi era simpatica, mi aiutava, era generosa e divertente. Non mi ha mai criticata. Non mi ha mai dato neppure un’occhiataccia. L’accusa -continua Amanda- afferma che una rottura era avvenuta fra me e Meredith per la pulizia. Questa affermazione è una deformazione dei fatti. Nel periodo breve che Meredith e io eravamo coinquiline e amiche non abbiamo mai litigato».
«Nessuno ha mai visto o sentito dire -continua l’americana- che Meredith e io avevamo mai litigato, disputato, discusso. Nessuno ha mai detto che Meredith fosse una maniaca antagonistica della pulizia o che io fossi una maniaca antagonistica dello sporco. L’accusa vi farebbe credere che questo è il motivo dell’omicidio. Ma questa è una deformazione inquietante dei fatti».
«Non ho mai dimostrato un comportamento antisociale, aggressivo, violento o psicopatico. Non sono tossicodipendente o ossessionata di sesso -scrive nella mail Amanda, mail letta in aula dal presidente Nencini- Quando sono stata arrestata mi hanno analizzata per droga e sono risultata negativa. Vogliono che pensiate che io sia un mostro perché è facile condannare un mostro».
Amanda, riferendosi al coltello che avrebbe usato per l’omicidio parla di «prova inventata» e definisce quelli dell’accusa «argomenti teatrali» e «indizi sconclusionati e inattendibili» e anche «inquietante e inaccettabile deformazione dei fatti». «L’accusa e le parti civili -aggiunge- stanno commettendo delle ingiustizie contro di me perché non riescono ad ammettere, anche a se stessi, che hanno sbagliato terribilmente. Non ho ucciso. Non ho stuprato. Non ho tramato. Non ho istigato. Non c’ero e non avevo niente a che fare. Sono innocente, Raffaele è innocente. Meredith e la sua famiglia meritano la verità. Vi prego di porre fine a questa enorme ed estenuante ingiustizia».
«Dobbiamo riconoscere che una persona possa essere portata a confessare falsamente perché torturata psicologicamente» scrive Amanda riferendosi alla calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Amanda racconta anche di quando la portarono in questura: «Mi hanno mentito, urlato, minacciata, dato due scappellotti sulla testa. Mi hanno detto che non avrei mai più visto la mia famiglia se non avessi ricordato cos’era successo a Meredith quella notte».
«Il mi comportamento dopo la scoperta dell’omicidio indica la mia innocenza –spiega Amanda- Mai avrei pensato o immaginato che avrebbero usato la mia ingenua spontaneità per supportare i loro sospetti. Non ho nascosto i miei sentimenti: quando avevo bisogno di conforto Raffaele mi abbracciava, quando ero arrabbiata bestemmiavo e facevo osservazioni insensibili».
Secca e anche irritata la risposta del presidente della Corte di Firenze. «La mail è irrituale. Chi vuol parlare nei processi viene nei processi -ha detto il presidente Alessandro Nencini prima di leggere la mail inviata da Amanda Knox- Non sono dichiarazioni spontanee». Il presidente della Corte ha anche sottolineato che sono i difensori ad attribuire ad Amanda la paternità del testo: «Io non l’ho mai vista, non la conosco».
Il processo d’Appello bis per l’omicidio di Meredith Kercher si avvia verso la conclusione, con la sentenza attesa per metà gennaio. Nell’aula della Corte d’Assise d’Appello di Firenze da oggi prendono la parola le difese dei due imputati, Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Sarà il collegio difensivo della giovane americana a tenere questa mattina la prima arringa, affidata agli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova.
Dopo la pausa natalizia la corte tornerà a riunirsi il 9 gennaio quando terrà l’arringa il collegio difensivo di Raffaele Sollecito guidato dall’avvocato Giulia Bongiorno. Il giorno successivo, il 10 gennaio, probabilmente il procuratore generale Alessandro Crini terrà la controreplica. La corte si riunirà in camera di consiglio il 15 gennaio e in serata dovrebbe arrivare la sentenza.
Il pg Crini nel corso della requisitoria ha chiesto 26 anni di condanna per entrambi gli imputati e per Amanda Knox in aggiunta la condanna anche a 4 anni (di cui 3 già definitivi) per calunnia aggravata nei confronti di Patrick Lumumba. Alle richieste di queste pene si è associato ieri anche l’avvocato Francesco Maresca, il legale del collegio difensivo della famiglia della giovane studentessa inglese assassinata la sera del 1 novembre 2007 nella sua casa di Perugia.