Riforma delle Province, via libera alla Camera tra le contestazioni
FIRENZE – Arriva il primo via libera per il ddl sulle province, il provvedimento, approvato alla Camera, deve passare adesso all’esame del Senato. Ma l’approvazione è avvenuta in un clima di tensione. Tra urla e contestazioni.
I 5 stelle si sono scagliati contro i deputati di Sel accusandoli di essere «scendiletto» e «stampella della maggioranza», perché hanno garantito il numero legale. Berlusconiani, pentastellati e Carroccio hanno abbandonato l’aula.
Intanto, dal fronte delle Province, parte un ultimo tentativo di resistenza, guidato dal presidente dell’Upi, Antonio Saitta. Ricorso contro le norme che impediscono le elezioni delle 52 Province i cui mandati scadono a primavera e delle 20 commissariate nel 2012.
Ma cosa prevede la nuova normativa? Innanzitutto la trasformazione dei consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito, poi l’istituzione di 9 città metropolitane. Le province comprenderanno aree più vaste di quelle attuali e i loro rappresentanti saranno designati non più dai cittadini, ma dagli amministratori locali, che sceglieranno tra i sindaci dei comuni del territorio. Rispetto a oggi, non bisognerà pagare gli stipendi a presidenti, consiglieri e assessori.
paolo
Bellissima operazione di “facciata”! Si aboliranno le province come tali, e gli ex-dipendenti? Naturalmente saranno recuperati dai comuni “allargati”, quindi, a parte il caos iniziale per i cittadini, le spese pubbliche resteranno quasi invariate ( si licenzieranno i dipendenti, moltissimi dei quali “amici degli amici!??)