I forconi di nuovo in marcia
Finita la tregua per le feste, smaltita la delusione per il flop della manifestazione di piazza del Popolo a Roma del 18 dicembre scorso, il movimento dei Forconi si rimette in marcia sulle autostrade e nelle piazze italiane. Stavolta non punta su Roma ma preannuncia possibili occupazioni di comuni e presidi presso le prefetture. La linea del Coordinamento 9 Dicembre l’hanno lanciata il siciliano Mariano Ferro ed il veneto Lucio Chiavegato, che rappresentano l’ala moderata che chiude in modo netto con l’ala dura rappresentata dal laziale Danilo Calvani, perché – ha detto Ferro – «la linea del tutti a casa non porta da nessuna parte». La fase 2 della protesta viene illustrata in un incontro aperto alla stampa nel presidio del casello di Soave (Verona), presso la A4, dove la tenda dei dimostranti non è mai stata smontata.
PRESIDI «Vogliamo ripartire dai territori, dai rappresentanti dei tantissimi presidi di protesta, perchè andare a Roma costa troppo per i simpatizzanti già impoveriti dalla crisi e si presta a infiltrazioni di estremisti e violenti», ha aggiunto Ferro. Pur definendosi moderato il gruppo però non rinuncia ad azioni clamorose: «Stiamo pensando di occupare i comuni e di fare dei presidi davanti alle prefetture. I sindaci devono decidere da che parte stare, se fare gli esattori in cui sono stati trasformati dal governo o stare con i cittadini».
ULTIMATUM Il Coordinamento lancia un ultimatum al governo e snocciola un elenco di richieste: «Governo e parlamento – hanno detto i due leaders – hanno tempo fino al 21 gennaio per adeguarsi altrimenti gli italiani saranno legittimati a prendere qualsiasi iniziativa». Si chiede la sospensione immediata delle procedure esecutive di Equitalia o di altri enti; l’istituzione di un fondo di garanzia nazionale per tutte le aziende di tutti i settori produttivi; l’aumento in busta paga per i dipendenti privati (300 euro) attraverso la defiscalizzazione degli oneri contributivi a carico dell’impresa. Inoltre l’aumento delle pensioni minime e l’adeguamento delle pensioni di invalidità tramite il taglio delle pensioni d’oro e delle spese improduttive; la riduzione considerevole del costo del carburante per uso professionale (trasporti, agricolo, peschereccio) nonchè dei pedaggi autostradali. Infine, la tutela del made in Italy, con inasprimento severo delle sanzioni, incluso l’arresto, per chi pratica contraffazioni in tutti i settori produttivi.
Si tratta di richieste in buona parte ragionevoli e condivisibili e, se i Forconi moderati manterranno la promessa di porre in atto azioni di protesta civili, il Governo dovrebbe prestare loro la necessaria attenzione.