Fotografia / Il bianco e nero di Stanzione e Bellucci
Firenze, 7 gennaio 2014 – Il bianco e nero di scatti asciutti ed essenziali, oppure raffinati e complessi, è il fattore comune dei due nuovi album della serie «Polyphemus» diretta dall’intellettuale Lucio Trizzino. La collana delle edizioni Polistampa, che ha ospitato le foto dello stesso Trizzino, di Marcello Mattesini, Alessandro Becattini e Maziar Boostandoost, si arricchisce adesso con i lavori del campano Michele Stanzione, col suo “Nere & Bianchi” (pp. 84, euro 22), e del fiorentino Lorenzo Bellucci, autore di “Photosophie / Monologo della forma” (pp. 60, euro 16). Stanzione, nato a Benevento nel 1981, è un affermato fotografo di reportage. La sua nuova raccolta, introdotta da un saggio di Massimo Sgroi, è un commovente percorso devozionale dove le figure immortalate sembrano perdere ogni connotazione di spazio o di tempo. Gli scatti esplorano antiche, ancestrali manifestazioni, come il rito dei Battenti di San Lorenzo Maggiore e la processione della Desolata a Canosa di Puglia, e visitano luoghi carichi di fascino come il Cimitero delle Fontanelle di Napoli, luogo centrale della controversa anima partenopea. Bellucci, classe ’77, è designer e cantautore, e usa la fotografia per indagare la natura umana coniugando il linguaggio delle immagini con quello della filosofia (è laureato in estetica). Il suo nuovo lavoro, che segue i “Saggi amorali di nichilismo estatico” pubblicati due anni fa dallo stesso editore, racchiude 34 foto artistiche e un testo introduttivo, in un’opera che Lucio Trizzino ha definito “un nuovo genere di comunicazione che ibrida immagine e discorso per consentire la comprensione più diretta e profonda dei sempre attuali concetti basilari del pensiero occidentale”.
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