Saldi a Firenze, al via meglio del previsto

FIRENZE – Partono bene i saldi a Firenze. Lo sottolineano Confcommercio e Confesercenti dopo il primo lungo week-end delle vendite di fine stagione, che si sono aperte sabato 4 gennaio e si concluderanno il prossimo 5 marzo.

Confesercenti sottolinea che “si può sicuramente parlare di una crescita dell’8-10% rispetto allo scorso anno, con uno scontrino medio di 180- 200 euro per le attività di fascia alta e 80-100 per quelle di fascia medio-bassa con il 30% di sconto medio praticato” .Tra i capi più gettonati giacconi, maglie, pantaloni, calzature, soprattutto se “griffati”.

Per Franco Frandi, presidente provinciale Fismo Confesercenti, “sul risultato positivo ha sicuramente pesato il fatto che quest’anno, rispetto all’anno scorso, abbiamo potuto usufruire di un sabato e due giorni festivi consecutivi, quest’ultimi anche con buone condizioni meteo. Ma, oltre a ciò, si può sicuramente parlare di saldi… in ripresina, nel senso che il consumatore, seppure a fatica, sta cercando di recuperare un minimo di fiducia nell’immediato futuro e il trend economico degli ultimi anni sembra poter finalmente cambiare rotta.”

“Vediamo cosa succederà nei prossimi giorni – conclude Frandi – su Firenze potrà esservi un effetto Pitti di non trascurabile importanza, per le altre attività speriamo di confermare il trend positivo, assolutamente necessario per molti imprenditori che, dopo il terribile inizio di stagione, necessitano di consolidare fatturati e liquidità”.

E Confcommercio aggiunge che i saldi invernali 2014 in Toscana si sono aperti con una spinta molto forte. Il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, ha detto che il merito va soprattutto ai media “che hanno dato grande risalto all’inizio delle vendite di fine stagione e al week end lungo della Befana”. Secondo Confcommercio l’importo che ogni famiglia toscana destinerà ai saldi salirà fino a 340 euro, “poco più della media nazionale, ma pur sempre in calo di oltre il dieci per cento rispetto a tre anni fa. Non poteva essere altrimenti, in un quadro di consumi interni al palo. Anche chi non ha subito i colpi della crisi sta fermo: a frenare l’entusiasmo restano sempre l’incertezza sul futuro e la pressione fiscale, che ancora per il 2014 non è affatto chiara”.