Fantoni sfida Renzi e si candida sindaco di Firenze
FIRENZE – «Ho inviato al segretario cittadino e al presidente dell’Assemblea del Pd fiorentino la mia dichiarazione formale di candidatura a sindaco di Firenze». Lo afferma Claudio Fantoni, ex assessore al bilancio nella giunta di Matteo Renzi a Firenze confermando la propria volontà di chiedere un confronto all’interno del Pd per discutere di organizzare le primarie in vista delle prossime elezioni amministrative di primavera 2014.
«Ciò avviene in piena aderenza con quello che è lo spirito e la norma del Partito democratico, di cui sono fondatore, che sin dalla sua costituzione ha individuato nello strumento delle primarie il principale elemento di caratterizzazione identitaria», spiega Fantoni in una lettera-aperta che ha voluto indirizzare a tutti i fiorentini per spiegare le motivazioni della sua decisione.
«I tentativi avvenuti nelle scorse settimane – aggiunge – di modificare le regole per impedire l’effettuazione delle primarie siano collocati nella dimensione della improvvida ed episodica scompostezza del dibattito politico, quindi saggiamente accantonati e superati. Nel momento in cui si sceglie il prossimo candidato sindaco per Firenze è doveroso guardare esclusivamente agli interessi della città e non, ad esempio, a questioni afferenti gli equilibri interni di partito o, peggio, ad interessi relativi a percorsi di carriera politica personali».
«A Firenze, le primarie sono più che mai necessarie. Lo sono certamente proprio perché coinvolgono l’interesse ed il ruolo dell’attuale segretario nazionale che, impedendole, finirebbe per contraddire la natura stessa del partito che governa e lo strumento che lo ha portato, ieri, ad essere sindaco della nostra città, concorrente alla candidatura alla presidenza del Consiglio (con regole, in entrambi i casi, appositamente modificate per consentire a lui e ad altri la possibilita’ di concorrere) ed oggi segretario del Pd».
paolo
Da vari decenni cambiano i “suonatori” ma la musica è sempre la stessa, per Firenze: con i risultati sotto gli occhi di tutti, anche se molti fanno finta di non vedere, e continuano a votarli.