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Un momento del

Daverio: «Firenze? Non è più protagonista della cultura»

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Un momento del “Lions Academy ” a Firenze: da sin. Enrico Gatta, Philippe Daverio, Fiorenzo Smalzi

FIRENZE – «Firenze dà l’impressione di aver rinunciato alla voglia di essere protagonista della cultura». Provocatoria ma non troppo l’affermazione del critico Philippe Daverio che mette a confronto il «furore» del periodo futurista a Firenze dei primi del ‘900 con quella che definisce l’attuale «deflazione intellettuale mondiale». Che non risparmia neppure la città di Dante.

Daverio ha parlato stamani 19 gennaio alla manifestazione «Il periodo incendiario futurista a Firenze», promossa dal Lions Club International nell’ambito degli appuntamenti «Lions Academy» con i protagonisti della cultura italiana. Sul palco del cinema Odeon (tutto esaurito) ci sono Fiorenzo Smalzi governatore del «Distretto Lions 108 La Toscana» ed il giornalista Enrico Gatta, che intervistano e «provocano» Daverio. Impresa che, conoscendo l’ospite, risulta all’altezza delle aspettative.

Viene ricordata, tra l’altro, la rivista letteraria «Lacerba» fondata a Firenze il 1º gennaio 1913 da Giovanni Papini e Ardengo Soffici. Durò fino al 22 maggio 1915, due giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia. In questi due anni fu il giornale più rappresentativo del movimento futurista fiorentino e del suo fermento. Complice anche il caffè delle Giubbe Rosse in piazza della Repubblica, si generò il fenomeno di rottura delle avanguardie, che dialogò a distanza con il futurismo di Marinetti a Milano e con quello del Caffè Aragno a Roma. Da allora – dice Daverio – il nostro paese vive un momento storico «più simile, nella sua disarticolazione sociale, al medioevo che non al Rinascimento». E oggi che il cloroformio ha colpito anche il dibattito culturale, i caffè di un tempo si sono trasformati in Internet Café. Al dibattito è subentrata la chat. Più globalizzante ma meno, molto meno pervasa di furore.

(D.T.)

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