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La cerimonia in via delle Casine

Firenze ricorda il poliziotto Fausto Dionisi, vittima del dovere

La cerimonia in via delle Casine
La cerimonia in via delle Casine

FIRENZE – Commemorato ieri a Firenze Fausto Dionisi, Appuntato di Polizia, trucidato a 24 anni da terroristi di Prima Linea il 20 gennaio 1978. Prima una deposizione di fiori sulla sua tomba, seguita da una celebrazione religiosa nell’Oratorio della Questura fiorentina. Una corona inviata dal Capo della Polizia è stata quindi deposta in via delle Casine, nel luogo dove 36 anni fa Fausto venne falciato da una raffica di mitra mentre stava accorrendo al carcere delle Murate con i colleghi di una Volante del 113, a seguito di una segnalazione di allarme pervenuta alla Centrale Operativa.

Nello stesso luogo, a poche ore dalla cerimonia di ieri una scritta era stata apposta sul muro, poco distante dalla lapide che ricorda il sacrificio di Fausto. A quanto riferito, è stata scoperta dal cappellano della Polizia che è passato da via delle Casine prima di recarsi in Questura. La scritta – con le parole «Fuoco a tutte le carceri» – è stata tempestivamente cancellata.

Accanto a Mariella Magi, vedova di Fausto, c’erano molte autorità: il Prefetto di Firenze Luigi Varratta, il questore Raffaele Micillo, i rappresentanti del Sindaco e del Presidente della Provincia di Firenze, il presidente della corte d’appello Fabio Massimo Drago, il procuratore generale presso la corte di appello Tindari Baglione, il presidente del tribunale Enrico Ognibene, vertici di Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Polizia Municipale. Folta la rappresentanza di Agenti e di Funzionari della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato.

Un ricordo commosso quello del dottor Tindari Baglione: «Quella mattina fui raggiunto dalla notizia dell’accaduto mentre stavo interrogando una persona detenuta. Sangue, pensai, ancora sangue! E poi mi tuffai nelle successive indagini condotte senza sosta con i colleghi Vigna e Chelazzi. Anni davvero crudi e intensi».

È toccato a me, nella veste di Presidente della Sezione Anps fiorentina, ricordare la figura del caduto. L’ho fatto con malcelata commozione, considerato che del decennio «maledetto» degli anni ’70 – gli anni di piombo – mi è toccato vivere da giovane Capitano del Corpo delle Guardie di P.S. in servizio operativo i tempi della uccisione in O.P. della Guardia Antonio Marino e dell’attentato in Questura da parte di esponenti di Ordine Nuovo a Milano nel ‘ 73 nonché a Roma la vicenda del sequestro e dell’assassinio Moro nel ’78.

Fausto Dionisi ha purtroppo fatto parte di quel lungo elenco di servitori dello Stato che sono state vittime del furore ideologico di destra e di sinistra in una Italia che Norberto Bobbio ha definito, dinanzi a simili eventi, «il Paese tragico».

L’omaggio corale tributato, ancora una volta, a chi come Fausto Dionisi ha perso la vita combattendo in prima linea per difendere le istituzioni e ai suoi familiari che hanno avuto il coraggio di guardare avanti, lascia intendere che è scongiurato ogni rischio di rimozione di una così sconvolgente esperienza vissuta dal Paese, inteso a prevenire ogni pericolo di riproduzione di quei fenomeni che tanto sono costati alla democrazia e agli italiani.


Sergio Tinti

già Comandante Polizia Stradale della Toscana

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