Camorra, soldi dei clan in pizzerie a Pisa e Lucca
PISA – Le perquisizioni e i sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza di Pisa nell’ambito dell’indagine sul clan camorristico napoletano Contini riguardano quattro pizzerie dell’area pisana intestate a prestanome e che sarebbero servite a reinvestire il denaro di provenienza illecita del clan. L’operazione ha portato anche al sequestro di un altro locale, anche quello attivo nella ristorazione, in provincia di Lucca.
Dodici le persone indagate per riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti nell’economia, nonché intestazione fittizia di valori aggravati da finalità di agevolare organizzazioni mafiose. Ecco i nomi delle attività commerciali sequestrate. Il bar ristorante ‘La Passeggiata’ di Viareggio gestito dall’omonima società il cui rappresentante legale è Espedito Parisi. Il ristorante-pizzeria ‘Salustri’ di San Giuliano Terme (Pisa) gestito dalla Gbr srl che fa capo a Giuseppina Parisi. Seguono il ristorante pizzeria ‘L’imbarcadero’ di Marina di Pisa della Elleci di Espedito Parisi e ‘Antico violetto’ di Pisa gestito da Al.ma srl, societa’ accomandita semplice di Carmela Parisi & C. nonché ‘L’Arciere’ a Pisa, di Giuseppina Parisi. Le fiamme gialle hanno ricostruito i passaggi di proprietà dei cinque locali sequestrati rilevando una «notevolissima sproporzione tra i capitali impiegati, per milioni di euro e i redditi derivanti da attività economiche lecite dei soci delle società acquirenti, tutti di livello irrisorio».
«L’operazione antimafia portata a termine oggi –ha dichiarato il Prefetto di Pisa Francesco Tagliente– rappresenta un importante e ulteriore successo della lotta dello Stato contro la mafia e dimostra come la determinazione, delle Forze dell’ordine e delle Procure, garantisca risultati sempre più incisivi nello sradicamento della criminalità organizzata, anche a Pisa. Consente di confermare, ai cittadini ed agli operatori economici, l’attenzione e l’impegno delle Forze di Polizia e della Magistratura nella lotta alle infiltrazioni criminali mafiose sui nostri territori».
Il blitz contro il clan Contini è scattato in Lazio, Campania e Toscana. L’operazione è coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e dalle Direzioni distrettuali antimafia di Napoli, Roma e Firenze. Ordinanze di custodia cautelare in carcere e sequestri eseguiti da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.
23 i locali tra ristoranti-pizzerie e bar sequestrati a Roma dai carabinieri. Locali riconducibili a un gruppo di ristoranti e pizzerie che si richiamano alla gastronomia napoletana e che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati realizzati con denaro riciclato del clan camorristico. Molti locali si trovano in pieno centro a Roma e altri in zona Prati.
90 persone accusate di far parte del clan Contini, sequestrati beni per 250 milioni di euro. L’inchiesta è la più vasta realizzata finora sul clan Contini, ritenuto dagli investigatori fra quelli egemoni a Napoli e riguarda, in particolare, le operazioni di reinvestimento dei proventi economici di gruppi camorristici in imprese e operazioni economiche.
Undici le persone arrestate e sequestri patrimoniali eseguiti dalla Dia: otto società attive nel settore dell’abbigliamento, e nella gestione di parcheggi; immobili di pregio nel centro di Napoli; una sessantina tra autovetture e motocicli; decine di conti correnti bancari, per un valore stimabile superiore ai 10 mln di euro. Nel corso delle perquisizioni nelle abitazioni degli arrestati e di alcuni degli indagati sequestrato danaro contante per quasi 100mila euro, assegni bancari per varie centinaia di migliaia di euro e documentazione probatoria di assoluto rilievo, a conferma della tesi investigativa e delle attività di reinvestimento in distinti settori commerciali attraverso una fitta rete di interlocutori e non soltanto partenopei.