Artigianato, in Toscana chiudono otto imprese al giorno
FIRENZE – La crisi morde ancora per le imprese artigiane in Toscana. Sono quasi tremila le aziende scomparse dal 2012 al 2013. Secondo Movimprese erano oltre 114mila a fine 2012 e superano appena le 111mila al 31 dicembre 2013. La fotografia che emerge è quella di otto imprese che chiudono i battenti ogni giorno.
Non basta. Se si guarda al 2007, le imprese artigiane che si contavano in Toscana erano quasi 119mila. Risultato: sono 7500 gli artigiani che hanno perso il lavoro dal 2007 ad oggi. Siccome ogni azienda ha mediamente tre addetti, il conto è presto fatto: 22500 posti di lavoro saltati. Chi ha risentito maggiormente della crisi è il comparto delle costruzioni, che registra la perdita di 4700 imprese nel solo 2013.
È il ritratto della crisi fatto dalla Confederazione nazionale dell’artigianato Toscana, «un disastro» secondo il presidente Valter Tamburini. «Dal 2008 al 2013, gli anni della crisi, è stato un bollettino di guerra, una decimazione che ha coinvolto tutti i settori, dall’edilizia ai trasporti, dalla manifattura ai servizi».
Quale la ricetta per uscirne? «È tempo di invertire la rotta – prosegue – Il nostro paese deve abbandonare una politica fatta solo di tagli e di tasse. Il rigore è necessario, ma il rigore senza investimenti e senza il rilancio dei consumi porta alla distruzione del sistema produttivo e all’indebolimento progressivo.» Tamburini difende l’artigianato toscano ed evidenzia il grave problema dell’accesso al credito. «Con un fatturato che nel 2013 si attesta ben oltre i 6 miliardi di euro, l’artigianato toscano comunque rappresenta ancora la base fondamentale per l’economia della nostra regione. Riduzione del carico fiscale, semplificazione burocratica, promozione, accesso al credito sono sempre i punti cardine per il nostro comparto e, insieme a questi, innovazione, ricerca e accelerazione delle opere pubbliche». Al governo regionale chiede «che si proceda il più velocemente possibile nella cantierizzazione delle opere pubbliche e nell’utilizzo dei fondi residui per gli incentivi pubblici rivolti alle reti, all’internazionalizzazione e all’innovazione; inoltre sostegno ad Artigiancredito toscano, il consorzio di garanzia unitario dell’artigianato toscano. In assenza della garanzia, l’accesso al credito sarebbe precluso alla quasi totalità delle micro e piccole imprese, con conseguenze facilmente intuibili in termini di crisi aziendali e di chiusure.»