Emergenza giustizia: «Si riaprano le carceri mandamentali»
FIRENZE – Si riaprano le carceri mandamentali per fronteggiare l’emergenza sovraffollamento negli istituti penitenziari. Lo ha detto stamani il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Firenze Tindari Baglione all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2014. Sono le strutture locali a livello comunale, ormai quasi totalmente dismesse, dove venivano detenute le persone in attesa di giudizio per reati lievi o condannati a pene miti. «Sono previste dal nostro ordinamento, non c’è bisogno di nessuna legge» ha detto il Pg e sono «di per sé più vicine ad un trattamento improntato a profili di maggiore e più appagante umanità». «Perché continuare – ha detto Baglione a braccio – a mettere nello stesso carcere il responsabile di un omicidio colposo e quello di un reato molto più grave?».
Sul piano dei reati consumati nel territorio della Corte d’Appello di Firenze (che comprende la regione Toscana) il Pg ha attirato l’attenzione sull’ «eccezionale aumento dei reati di usura (+32%) come significativa conferma delle gravi difficoltà economiche in cui versa il nostro Paese». Come pure il «forte, forse troppo forte, aumento dei reati tributari (+48,65%). Il che fa sorgere spontanea la domanda se sono aumentati i reati o sono migliorate le tecniche di indagine. Si ritiene di poter optare per la seconda ipotesi».
Leggi qui il testo integrale dell’intervento del Procuratore generale Tindari Baglione.
L’anno giudiziario è stato aperto ufficialmente dal presidente della Corte d’Appello Fabio Massimo Drago. Nel suo intervento ha – tra l’altro sottolineato – l’aumento della durata delle cause penali, passate «dalla media di 479,07 giorni a quella di 540,21», a causa della persistente carenza di personale. In diminuzione invece la durata delle cause civili, passata da 952 a 919 giorni, segnando un -3,47%.
Presente in aula anche il leader radicale Marco Pannella, che ha fatto qualche interruzione, prima che il presidente Drago gli togliesse la parola. «Se me l’avesse chiesta prima, gliel’avrei concessa e sarei stato onorato di ascoltarla» gli ha detto il presidente. «Sono torturati, non detenuti» ha gridato Pannella riferendosi alla vita nelle carceri italiane.
danilo bonelli
E’ stato commovente sentire i Magistrati lamentarsi della persecuzione della quale – secondo loro – sarebbero oggetto, fatta di discredito e di disistima. Eppure, sempre secondo la loro versione, lavorerebbero con equilibrio, serietà, impegno e terzietà. Peccato che nessuno abbia pensato di far loro dono di fazzolettini di carta per asciugarsi le lacrime, atteso come il cronico e vertiginoso ritardo nell’accumulo dei procedimenti renda superflua la detersione del sudore. Solo per Berlusconi si accelera e si lavora anche d’Agosto, mentre per gli altri lavoroa la prescrizione.