Giudici di pace: «Basta lavorare a cottimo»
FIRENZE – «Non è più giustificabile che un giudice di pace venga pagato in base ai provvedimenti emessi, ovvero a cottimo». Lo dice Carmelo Pennuto, presidente distrettuale fiorentino dell’ANGdP (Associazione Nazionale Giudici di Pace) ricordando che anche l’Ue ha indicato che la loro retribuzione «deve essere commisurata al loro ruolo professionale e alle loro responsabilità e che deve garantire il mantenimento di una remunerazione ragionevole in caso di malattia, di congedo per maternità o paternità, nonché il pagamento di una pensione per il collocamento a riposo».
Pennuto – si legge in una nota presentata all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2014 a Firenze – ricorda anche il caso limite (ma non troppo) del giudice di pace di Roma, che si è occupata del complesso caso di Alma Shalabayeva, moglie di un dissidente kazako. «Questa collega – dice Pennuto – ha rischiato la sua carriera di giudice di pace per la somma netta di € 6,70. A tanto difatti ammonta il compenso che un giudice di pace riceve per decidere del futuro di un immigrato straniero».
Sul giudice di pace, figura previsto espressamente dall’articolo 116 della Costituzione «grava circa il 50% del contenzioso civile ed il 25% di quello penale, e questo dà l’idea – prosegue la nota – dell’importanza che ha assunto e dell’importantissimo contributo che fornisce all’amministrazione della giustizia». Sul problema dei problemi della giustizia (la durata del processi) viene fatto osservare che mentre «una causa civile dura in media 1502 giorni tra primo grado ed appello» più altri 3 anni «se consideriamo il giudizio in Cassazione», un giudizio davanti al giudice di pace «dura mediamente meno di un anno, e la percentuale di sentenze appellate si aggira intorno al 5%».
Secondo l’Angdp, nel quadro di una sempre più urgente riforma della Giustizia, occorrerà dare più spazio e più attenzione al ruolo dei giudici di pace, prezioso strumento per «deflazionare i tribunali da compiti di giustizia minore».
[SAdd]
paolo
Se si pensa agli alti stipendi degli altri magistrati (di carriera), che se la prendono molto comoda per stilare le sentenze, è una bella vergogna!!