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Massimiliano Latorre e Raffaele Girone

La sorte dei marò appesa a un filo

Massimiliano Latorre e Raffaele Girone
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

NEW DELHI – C’è grande attesa per l’udienza della Corte Suprema dell’India, che si riunisce oggi a Nuova Delhi per decidere di fatto le sorti dei nostri due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che stanno rischiando la pena di morte se verranno imputati di terrorismo. Su questo punto si gioca la loro sorte: gli avvocati tenteranno di costringere la Corte a formulare un capo di imputazione per la morte dei due pescatori indiani, rimasti uccisi due anni fa nelle acque del Kerala, durante un’operazione antipirateria svolta a bordo della nave ‘Enrica Lexie’, in acque internazionali, scortata da un team di fucilieri della Marina, tra cui Latorre e Girone.

GOVERNO ITALIANO – All’udienza sarà presente anche l’inviato speciale del governo italiano, Staffan De Mistura, già sottosegretario agli Esteri del governo Monti, che segue la vicenda dal suo inizio. «Per simboleggiare e marcare anche fisicamente la determinazione dell’Italia manifestata anche in modo più che lampante dal Capo dello Stato – ha detto De Mistura – e per ricordare ai nostri avvocati che debbono manifestare il livello di sdegno e determinazione della Repubblica italiana e per mostrare alla componente giudiziaria indiana quanto l’Italia esiga che a questa vicenda venga finalmente data una risposta».

ELICOTTERI E MAZZETTE – Sullo sfondo di tutta questa vicenda surreale (da due anni i marò sono indagati ma non ancora processati) c’è la questione della fornitura di elicotteri Augusta Westland al governo indiano: una commessa poi annullata, ma nella quale sarebbero girate mazzette milionarie dall’Italia all’India, intascati da personaggi molto vicini a Sonia Gandhi, presidente del partito del Congresso attualmente al governo. A primavera ci saranno le elezioni politiche in India, e la vicenda elicotteri potrebbe danneggiare la stessa Gandhi. Tutto questo, secondo molti osservatori, non è di buon auspicio per i nostri marò, per una rapida soluzione del loro caso e un definitivo rientro in Italia. Almeno fino a dopo le elezioni.


Sandro Addario

Giornalista

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