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Villa Ragionieri a Sesto Fiorentino

La Regione Toscana compra Villa Ragionieri. E divampa la polemica

Villa Ragionieri a Sesto Fiorentino
Villa Ragionieri a Sesto Fiorentino

FIRENZE – La Regione potrà acquistare Villa Ragionieri, a Sesto Fiorentino, che ospita il Centro Oncologico Fiorentino (gruppo Ligresti). Lo ha affermato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, nel corso del suo tour di oggi nella provincia di Firenze. «C’è un gruppo che sta lavorando a tutto ciò – ha spiegato – questo è utile perchè ci sono tecnologie importanti che possono anche essere rilanciate dentro un sistema pubblico a cui noi teniamo moltissimo». Ma Rossi ha dato un’altra notizia: la volontà di sopprimere le società della salute. Che resteranno però solo nei casi in cui i sindaci chiederanno di mantenerle, facendo però accollare ai comuni tutte le spese di funzionamento.

Due dichiarazioni, quelle del governatore, che hanno fatto esplodere la polemica. Stefano Mugnai (Pdl-Forza Italia) vicepresidente della commissione sanità del Consiglio regionale, attacca: «In un colpo solo il presidente Rossi riesce a smentire il proprio assessore alla sanità e il Consiglio regionale. Tanto di cappello» E ancora: »Il 29 gennaio scorso – ricorda Mugnai – l’assessore alla sanità, Luigi Marroni, rispondendo a un’interrogazione in Consiglio regionale affermò che la Regione non stava comprando Villa Ragionieri. Analoga risposta mi era giunta qualche giorno prima dagli uffici dell’assessorato, a seguito di una richiesta di chiarimento». Per Mugnai «la questione è di un certo interesse perchè non sfugge a nessuno che Villa Ragionieri è entrata nel patrimonio di Unipol. Evidentemente in passato, quando la proprietà era un’altra, la Regione non aveva ancora maturato questo interesse. Chissà perchè ?”. Quanto alle società della salute, Mugnai dice ancora: «Vogliamo ricordare a Rossi che il 18 dicembre scorso il Consiglio regionale approvò un emendamento alla legge finanziaria volto al superamento delle Sds, consorzio fra enti dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale e sul cui funzionamento aveva eccepito pesantemente la Corte dei Conti toscana».

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