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Firenze applaude «Momix Alchemy», quando la danza è sogno
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FIRENZE – Palpabile la concentrazione di tutto il pubblico alla «prima» di «Momix Alchemy», l’ultima opera di Moses Pendleton. L’intera coreografia, un unico atto durato circa un’ora e mezza, si è sviluppata in un intreccio di movimenti provocati dai corpi, dai costumi, le luci e tutti gli elementi scenici e scenografici. Il sottofondo ha compreso celebri musiche, tra cui vari brani dell’album The Mission, di Ennio Morricone.
PASSI – Alchemy è lo scorrere dell’esistenza umana, che procede inesorabilmente insieme alla natura, in un ambiente che si trasforma. Scorre il sipario e subito si snodano le movenze del primo gruppo di danzatori, che creano forme riconoscibili, già viste o percepite. Inverosimilmente acqua e fuoco si intrecciano lentamente, attraverso il passaggio di qualcosa che richiama i tronchi degli alberi, che ruotano e si incontrano insieme alle piroette dei ballerini. I passi inizialmente sono minimali, ma concisi, poi i movimenti delle braccia si fanno più rapidi e, come le fiamme ardenti, zampillano nel vuoto.
SCENA – Innanzi a una scenografia al buio, da cui si intravede un gomitolo di erba secca, quelle fiamme si muovono con una sospensione perfetta a ritmo degli archi, un richiamo della natura dettato dai rigorosi grand battement. Sulla scia di un canto gregoriano, i costumi rossi diventano fluidi, ondeggiano a destra e a sinistra, evocando questa volta il calore della passione.
RITMO – Dall’ascolto del battito cardiaco si procede alla visone dell’anatomia umana, che resta sospesa a un filo. I vasi sanguigni sono la nostra luce perché ci consentono di correre e di muoverci. Dopo, due tocchi al pianoforte e inizia a soffiare l’aria che si stacca dalla terra, in un equilibrio di corpi che combaciano e si sfiorano. Questo è il momento romantico di Alchemy, una rappresentazione del terzo elemento nello stile del balletto classico. Arrivano i pollini – le ballerine vestite di bianco – che ruotano timidi nel cielo, accarezzati dalla brezza per poi schiudersi in una perfetta sincronia coreografica di gruppo.
SPECCHI – Prima di oltrepassare verso la seconda parte del racconto, chiamata Lead into Gold, lo spettacolo si spezza con la reminiscenza del momento primordiale. Gli specchi moltiplicano la realtà, la confondono e l’uomo non sa più dove andare: è questo l’inizio dell’alchimia, l’unica via che ci consente di oltrepassare la barriera dell’esistenza, che è elastica e permeabile. Raggiungere l’estasi del sogno eterno e sovrastare il buio della vita – simboleggiati sul paclo da cubi di stoffa nera – è possibile, ma le tenebre potrebbero richiamarci a sé allungandoci il braccio, quello stesso che avvolge le ballerine sul palco.
RITORNO – Il finale ha sorpreso tutto il teatro, con una coreografia conclusiva inaspettata – prevalentemente al maschile e contemporanea – che sembra quasi voler significare un ritorno al mondo terreno, dal quale eravamo appena riusciti a sfuggire. O almeno lo credevamo.
MOMIX ALCHEMY – creato e diretto da MOSES PENDLETON
INTERPRETI: Tsarra Bequette, Jennifer Chicheportiche, Catherine Jaeger, Rebecca Rasmussen, Evelyn Toh, Arron Canfield, Eduardo Fernandez, Vincent Harris, Steven Marshall, Ryan Taylor
- DOVE: Teatro Verdi, Via Ghibellina, 99 – Firenze
- QUANDO: da martedì 11 a sabato a domenica 16 febbraio
- ORE: 20,45 ; domenica 16 febbraio alle 16,45
BIGLIETTERIA DEL TEATRO VERDI, via Ghibellina 97, tel 055-21.23.20; fax 055-28.84.17 Orario: da lunedìa sabato 10-13 e 16-19
BOX OFFICE Via delle Vecchie Carceri 1- Le Murate Tel 055-21.08.04 Fax 055-7472058.orario lun-ven 9.30.00-19.00/sab 9.30-14.00; www.teatroverdionline.it
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ON LINE La vendita on-line si effettua all’indirizzo www.teatroverdionline.it. Box Office vende telefonicamente i biglietti con carta di credito (commissione sul servizio) chiamando il numero 055-21.08.04 in orario 10.30 – 18.00.