Toscana, Rossi: rimpasto di giunta nel segno di Renzi
FIRENZE – ‘Ho sempre avuto una visione della politica diversa da quella di Matteo Renzi, ma ha vinto lui e sono pronto a collaborare: per esempio accettando la sua richiesta d’inserire Stefania Saccardi, vicesindaco in uscita da Palazzo Vecchio, come vicepresidente della giunta regionale. A Matteo faccio gli auguri: Machiavelli diceva che sia che si prenda il potere attraverso i potenti, sia che lo siprenda attraverso il popolo, nel primo caso è bene conquistarsi il popolo e nel secondo è bene conservarselo…’.
GIUNTA – Citando il Principe, Enrico Rossi, governatore della Toscana, collaborativo e convinto in nome dell’unità del Pd (ma probabilmente anche per aver ricevuto da Renzi la certezza della ricandidatura senza primarie per la legislatura 2015-2020) annuncia il rimpasto della giunta regionale. Usciranno Stella Targetti (Pd) vicepresidente e assessore all’istruzione e all’università, Salvatore Allocca (Sinistra e Verdi) che lascia la delega al welfare alla Saccardi (che avrà anche l’integrazione sociosanitaria e il volontariato). Ed esce – sopresa dell’ultim’ora – Cristina Scaletti, assessore a cultura, turismo e commercio.
Perché la Scaletti è stata silurata? Rossi si trincera dietro una valutazione politica: la scelse nel 2010, in quota Idv, quando l’allora partito di Di Pietro era al 10%. Ora la Scaletti ha anche cambiato bandiera: nel 2012 si presentò alle politiche con il Centro Democratico di Tabacci. Che, evidentemente, non ha i numeri per giustificare un assessore. Alla Scaletti viene imputata – ma su questo Rossi glissa – la gaffe sulla canmpagna di promozione “Toscana Divina” con presunte immagini taroccate, cioè non toscane. Nessuno dice che, un anno fa, era riuscita a far riconoscere dall’Unesco i giardini medicei della Toscana (per esempio Boboli) come patrimonio dell’umanità.
I NUOVI – Oltre alla Saccardi, vicepresidente con le deleghe di Allocca, entra Emanuele Bobbio, 34 anni, ricercatore di Bankitalia, nipote del filoso Norberto, accreditato di grandi conoscenze nel campo della formazione professionale e dell’inserimento lavorativo. Avrà le deleghe all’istruzione e alla formazione (scorporata dal lavoro, che resta a Gianfranco Simoncini) per dare un impulso alla ripresa, soprattutto per rispondere alla richiesta di occupazione che sale dal mondo giovanile”. Rossi non fa invece il nome del terzo assessore, quello che avrà cultura, commercio e turismo: dice solo che si tratta di un nome gradito alla sinistra. Chi? Si sussurra che possa essere il professor Tomaso Montanari, storico dell’arte, fiorentino, 43 anni, che però insegna all’università Federico II di Napoli. La comunicazione ufficiale dovrebbe avvenire fra qualche giorno.
FIDUCIA – Su queste scelte, Rossi chiederà la fiducia al Consiglio regionale, come già fece sulla questione (ancora apertissima) della nuova pista di Peretola. Se non arriva il sì, tutti a casa, con un anno d’anticipo sulla scadenza naturale della legislatura (primavera 2015). A Palazzo Panciatichi c’è molto mal di pancia: Monica Sgherri, capogruppo di sinistra e Verdi, sostiene che Rossi si è accodato al vincitore, Matteo Renzi, cancellando “quel profilo avanzato con il quale, nel 2010, si era presentato agli elettori”. Perplessità anche dal mondo del commercio e del turismo sull’ipotesi che diventi assessore il professor Montanari. Si tratta ancora di sussurri, perché manca l’ufficialità, ma il tono è questo: “Che ne sa di commercio e turismo uno storico dell’arte?”.
PERETOLA – A parte la buona accoglienza alla Saccardi, il governatore ha fatto recapitare a Renzi un dossier in 4 punti: 1) Finanziare con 100 milioni (50 della Regione e 50 del governo) un piano di riassetto idrogeologico della Toscana; 2) Ridare priorità al trasporto ferroviario locale; 3) Dare certezze ai lavoratori della Breda di Pistoia; 4) Rafforzare i controlli sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, a cominciare da Prato. E a proposito di Prato, Rossi non risparmia una stoccata al neo candidato sindaco del Pd, Biffoni: “Vuole parlare com dell’aeroporto di Peretola. Ben venga. Ma che c’entra Prato con l’aeroporto? Sono convinto che la nuova pista, da 2.000 metri e non 2.400, sia indispensabile. Ma se il Pd toscano e il comune di Firenze non sosterranno questa necessità, posso anche tirarmi indietro”.