Concordia, Schettino vuole tornare a bordo
GROSSETO –Se i giudici daranno l’ok, Francesco Schettino potrà risalire sulla nave dal giorno del naufragio, da quella maledetta notte del 13 gennaio 2012 che costò la vita a 32 persone.
L’ex comandante ha chiesto, tramite i suoi legali, al tribunale di Grosseto di poter partecipare al secondo sopralluogosulla Costa Concordia previstoil 27 febbraio.
La richiesta è stata formalmente presentata dai difensori di Schettino alla cancelleria del processo, sottolineando che è un diritto dell’imputato quello di poter recarsi sui luoghi dei reati. Nel caso in cui il tribunale accorderà a Schettino la possibilità di salire a bordo, sarà da stabilire se potrà svolgere il suo sopralluogo insieme ai periti del tribunale e ai consulenti delle parti o in un momento diverso.
Dopo aver prelevato hard disk e computer dalla plancia di comando nel primo sopralluogo del 23 gennaio, dopodomani i periti si dovranno occupare del generatore diesel di emergenza che non funzionò dopo l’urto della Concordia contro gli scogli de Le Scole al Giglio.
Intanto la Procura di Grosseto avrebbe aperto un nuovo fascicolo di inchiesta a carico di dirigenti incaricati di Costa Crociere. Sarebbero almenodue le persone indagate, al vaglio degli inquirenti la posizione di una terza persona. Il fascicolo riguarda i reati di violazione dei sigilli e modifica dello stato dei luoghi relativamente all’area della nave Costa Concordia posta sotto sequestro.Perquisizioni ci sarebbero state a Genova e in altre città. Tra le misure che la Procura sta valutando a carico degli indagati c’è il divieto di dimora all’Isola del Giglio. Gli accertamenti sono stati disposti dalla Procura dopo il sopralluogo a bordo della nave svolto il 23 gennaio scorso per esaminare gli apparati della plancia di comando.
Aggiornamento delle 12.30. Il Collegio dei giudici del tribunale di Grosseto ha autorizzato il comandante Francesco Schettino a salire a bordo della Costa Concordia dopodomani, giovedì 27 febbraio, in occasione del nuovo sopralluogo stabilito per una perizia integrativa. Lo ha comunicato in udienza il presidente Giovanni Puliatti ricordando che Schettino, quando sarà sulla nave, «ci sarà come imputato e non come consulente. Assisterà alle operazioni ma non potrà interloquire».
Sono il custode giudiziale della Costa Concordia, Franco Porcellacchia, a capo del progetto di raddrizzamento e rimozione del relitto della Costa Concordia (parbuckling), e il consulente di Costa, comandante Camillo Casella, gli indagati della nuova inchiesta della Procura di Grosseto. Indagati per le ipotesi di reato di violazione di sigilli, modifica dello stato dei luoghi e frode processuale. Al vaglio degli inquirenti la posizione di una terza persona che li avrebbe accompagnati a bordo del relitto. Sarebbero saliti sulla Concordia il 22 gennaio scorso, il giorno precedente il primo sopralluogo per la perizia disposta dal tribunale di Grosseto. Avrebbero così violato un’area posta sotto sequestro senza autorizzazione dell’autorità giudiziaria.
Ci sarebbe anche l’accesso, non autorizzato, alla sala del generatore diesel di emergenza della Costa Concordia tra le circostanze per cui sono indagati l’ingegner Porcellacchia e il consulente Casella. Proprio sul generatore di emergenza il tribunale di Grosseto ha posto alcuni dei quesiti nell’ordinanza per la perizia integrativa in merito alla quale dopodomani è previsto un secondo sopralluogo.
«E’ una circostanza grave quella su cui ci sono stati accertamenti nei giorni scorsi». Così il pm Stefano Pizza comunicando al tribunale di Grosseto l’esistenza di un’inchiesta per la violazione dei sigilli dell’area sequestrata in occasione delle operazioni per la perizia disposta dallo stesso tribunale nel corso del processo.
«E’ un’inchiesta che finirà nel nulla, in archivio dato che il fatto riguarda l’accesso del tribunale al relitto previsto per il 23 gennaio scorso, circostanza che ha determinato la necessità che questo accesso fosse fatto da parte del tribunale, dei periti, dei consulenti e di tutti coloro autorizzati salire sulla nave, in regime di assoluta sicurezza, per l’incolumità generale di tutti» ha detto l’avvocato di Costa Crociere, Marco De Luca.