Fiorentina, non credo al complotto ma proverei la moviola
È strano dover confessare che il tifoso della Fiorentina, ben lontano dall’inconcludente tentazione di evocare climi di complotto o studiati disegni punitivi, avverta un pungente ed ormai insopportabile senso di fastidioso disagio ripercorrendo l’andamento di ormai troppe occasioni nelle quali i risultati hanno risentito di verificati e determinanti errori di arbitri e relativi assistenti.
Gli è che il sistema non prevede rimedi. E le ricadute producono danni sportivi, economici, ed altri ancora che si insinuano nella tenuta del grado di fiducia che si deve poter nutrire su chi è chiamato ad assicurare la fedeltà dei valori e dei risultai agonistici. Ancor più in un contesto di pubblico competente e appassionato che altro non chiede che vedere rispettate le gerarchie che il campo, e solo quello, è chiamato a determinare.
Segno che il governo delle decisioni, alle quali qui si allude, non può sfuggire a più puntuali doverosità, non cadendo nella ricorrente tentazione di incompresi ed incomprensibili giustificazionismi. Chi ama il calcio e sa rispettarne la disciplina nel praticarlo e le capacità di chi è chiamato a regolarlo lo sa bene ed altro non intende pretendere. Se la conservazione di questa aspirazione potrà essere assicurata, ben venga quanto è in grado di offrire – seppur in un gioco di antica risalenza – finanche la moderna tecnologia.