Firenze, storia del teatro attraverso le maschere
FIRENZE – Alla Pergola si potrà visitare fino all’8 marzo la mostra «Il Teatro Italiano di commedia in commedia», curata da Giancarlo Santelli (uno degli ultimi maestri dell’arte della maschera teatrale) e da Maria Bellini. Nella Sala Oro sarà possibile rileggere attraverso le maschere dei più celebri personaggi un lungo tratto della storia dello spettacolo italiano.
Continuatore delle più gloriose tradizioni italiane, Giancarlo Santelli è l’ultimo vero artista che si dedica alla costruzione di maschere in cuoio per il teatro. Ha lavorato con i più grandi attori e registi italiani come Mazzarella, Macario, Strehler, Puecher, Sbragia, Pugliese, Scaparro, De Filippo e Proietti. Ricercando una sua identità artistica e culturale, dal 1978 si dedica esclusivamente alla costruzione delle maschere e dei burattini, che custodisce nella sua casa laboratorio di Mentana.
In una galleria che riunisce documenti, foto, locandine e manifesti, le maschere tornano a mostrare i tratti di scena che le hanno rese famose: i Pulcinella indossati da Massimo Ranieri e Gigi Proietti affiancano quello realizzato per il Pulcinella di Stravinsky che Lino Troisi non riuscì a rappresentare. Li accompagnano l’Arlecchino realizzato per «L’imbroglio dei due ritratti» di Carlo Goldoni con la regia di Angelo Corti, il Capitan Fracassa di Theophile Gautier per la regia di Augusto Zucchi, le classiche Bautte veneziane de «La Vedova Scaltra» di Carlo Goldoni, sempre diretto da Zucchi, il Brighella del «Teatro Comico» di Goldoni diretto da Maurizio Scaparro. In mostra anche le maschere delle commedie plautine realizzate per l’Istituto del Dramma Antico di Siracusa sui calchi delle testine votive a Dioniso pervenute dagli scavi nella necropoli di Lipari.