Toscana: «Sì al rimpasto di giunta, ma aspetto Rossi al varco»
L’operazione di rimpasto della Giunta Regionale è una operazione politica del PD. Il Presidente Rossi ha inteso porsi in scia all’impianto sul quale, con l’accordo Renzi – Berlusconi su legge elettorale e riforme, si pensa di ridisegnare il sistema politico-istituzionale nazionale. Anche in Toscana, evidentemente, si punta a una forte semplificazione del quadro politico.
Una operazione avviata dal nuovo corso del PD che ha messo Rossi alle strette chiedendogli “in primis” di rinunciare a farsi garante politico con i partiti minori sul tema della nuova legge elettorale che presto il Consiglio Regionale sarà chiamato a varare.
È questo il punto politico dirimente, che sottintende il ridisegno della Giunta: una maggioranza per il governo della Regione e una maggioranza variabile che potrà determinarsi al momento del voto sulla nuova legge elettorale.
Dietro l’affermazione del PD che “la legge elettorale si deve fare tutti insieme, maggioranza e minoranza”, traspare evidente la volontà dei Democratici di considerare la soglia del 4% di sbarramento, l’elemento forse irreversibile con il quale continuare a limitare l’espressione della rappresentanza.
Si è inteso dare un segnale forte che va oltre le varie querelles personalistiche e i temi del governo regionale; un segnale che rappresenta l’assunto politico di una visione maggioritaria della società che le forze minori, nell’attuale contingenza politica, non sono in grado di contrastare.
I Socialisti hanno votato la fiducia sui punti programmatici che potranno consentire a Rossi di “far bene l’ultimo anno di questa legislatura”. Rossi ha incassato un consenso che, con il voto a favore dell’UDC di Carraresi, si è addirittura ampliato. Ora i Socialisti lo attendono al varco della nuova legge elettorale: in quella occasione si potrà misurare il grado della sua autorevolezza e del consenso che riveste nel suo Partito. Vedremo se fra qualche mese si presterà a votare insieme al suo Partito e a Forza Italia, una legge elettorale che potrebbe nascere contro quei partiti minori della maggioranza che lo hanno fin qui sostenuto e che oggi, gli hanno rinnovato la fiducia.