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Incendio capannone cinese a Prato

Sicurezza sul lavoro, da Prato 74 nuovi ispettori

Incendio capannone cinese a Prato
Incendio in un capannone cinese a Prato

PRATO – Professione tecnico della prevenzione. Parte da Prato il corso per specialisti, nato dalla collaborazione tra Regione Toscana e le Procure: 74 persone in tutta l’area vasta della Toscana centrale. E non a caso parte dalla città che tre mesi fa subì il rogo di un capannone dove morirono sette operai cinesi.

Tutti saranno assunti entro il 1 giugno. Cinquanta lavoreranno a Prato, dove ora l’Asl ne contava appena venti. Ventiquattro prenderanno servizio nelle altre tre aziende dell’Area Vasta Centro dove ce n’erano 89, ovvero nelle Asl di Firenze (14), Empoli (8) e Pistoia (2).

«Dobbiamo combattere questo cancro che è l’illegalità: la Toscana civile non può permettersi un simile tumore» ha detto il governatore Enrico Rossi. «Il nostro obiettivo – ha proseguito – è portare la ricchezza di questo distretto, prodotta oggi in modo prevalentemente illegale, alla luce del sole e farla diventare una risorsa positiva per tutta la comunità».

Quest’anno saranno duemila i controlli attesi, almeno mille e trecento a Prato, per diventare tremila l’anno dal 2015 (di cui duemila a Prato). Verifiche che riguarderanno non solo le aziende cinesi, privilegiando le più a rischio e sospette: quelle, ad esempio, dove sarà registrato un anomalo consumo di energia elettrica rispetto a dimensioni e lavoratori denunciati, quelle di alcune zone o di particolari tipologie. E le nuove ditte che nascono.

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