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Il momento decisivo: l'espulsione di Gonzalo seguita dalla punizione-gol di Pirlo

Fiorentina, battuta dalla Juve (0-1). Ma esce fra gli applausi. Le pagelle

Il momento decisivo: l'espulsione di Gonzalo seguita dalla punizione-gol di Pirlo
Il momento decisivo: l’espulsione di Gonzalo seguita dalla punizione-gol di Pirlo (Foto Riccardo Sanesi)

FIRENZE – Che peccato! Ci voleva la partita perfetta per battere la Juve e impedirle di passare ai quarti di Euroleague. Invece la Fiorentina un paio di sbagli da matita rossa li ha commessi. Il primo collettivo: troppi errori in zona tiro nel primo tempo (Borja Valero, Gomez, Ilicic). Il secondo,quello fatale, è da acsrivere a Gonzalo Rodriguez. Per due volte è stato saltato da Llorente e per due volte ha commesso fallo. Giallo prima, rosso poi. E quel rosso ha anche prodotto la punizione diretta decisiva. Pirlo è implacabile da dentro la lunetta. Addio avventura in Europa. Restano il campionato e la finale di Coppa Italia contro il Napoli.

APPLAUSI -Esulta la Juve. Conte pensa di aver vendicato lo schiaffo del 4-2 subìto in campionato. Ma la Fiorentina esce fra gli applausi. La Fiesole chiama i giocatori sotto la curva per ringraziarli di aver disputato una partita assai volitiva. Dominata nel primo tempo, quando si pensava che la Juve volesse attaccare per sorprendere e vincere. Invece Montella ha indovinato tutto o quasi. Il cedimento è avvenuto nella ripresa. Fernando Llorente giocatore decisivo nel mettere a dura prova Gionzalo che ha reagito con due falli da cartellino. Sono mancate le punte viola. Deludenti sia Gomez che Matri. Forse Montella avrebbe dovuto fare la staffetta alla rovesciare: prima l’ex milanista e dopo il tedesco. Senno di poi, certo. Resta l’amarezza per una grande occasione perduta, ma anche la consapevolezza che la squadra di Montella esce dallìEuroleague a testa alta. L’arbitro? Le due ammonizioni su Gonzalo c’erano, Llorente andava in porta. Allora animo, il mondo non finisce stanotte. Fra 72 ore è di nuovo campionato. Con la sfida al Napoli.

PEPITO – La coreografia della curva Fiesole, con migliaia di bandierine bianche e viola col giglio, e quella della Maratona che scrive Ac Fiorentina con minuscoli vessilli, dominano l’immediato pre partita, cancellando ogni traccia del cordiale ma freddo pranzo fra Andrea Della Valle e Andrea Agnelli a villa Cora. Iniziativa spontanea? No, è il rigido protocollo Uefa che impone un incontro a tavola fra le società prima delle sfide continentali. Chissà se i due protagonisti, vista l’aria che tira, ne avrebbero fatto a meno. Caldissimo, invece, l’applauso per Pepito Rossi, il Fenomeno, reduce dall’ambulatorio del professor Steadman che l’ha giudicato idoneo a riprendere la preparazione anche se per ora non in gruppo. Quando potrà tornare in squadra? Lui ha un sogno: in aprile. Per essere in buona forma in vista della finale di Coppa Italia, a Roma, contro il Napoli. Intanto non siede in tribuna vip.: si accomoda a lato della tribuna stampa, a pochi metri da chi vi racconta questa partita. Benvenuto Pepito!

CUADRADO – Al centro dell’attacco viola parte Gomez e non Matri, come Montella aveva lasciato intendere. Ma la vera novità è tattica: Cuadrado gioca basso, arretrato, per lasciare Borja in posizione di trequartista. Il primo tiro (2’) è viola: Borja per Ilicic. Di poco a lato. Ma il brivido lo dà Gomez, venti secondi dopo: arriva davanti a Buffon e sparacchia, anche lui, fuori. Ahi, è rischioso sbagliare in una partita così. Il copione è rovesciato: niente sfuriata iniziale della Juve. I bianconeri si fanno vivi con Llorente (7’) che, di testa, manda il pallone lontano dalla porta di Neto. Ma è la Fiorentina a manovrare. Pirlo soffre Borja. E Cuadrado, che parte molto da dietro, giganteggia fra colossi come Pogba e Asamoah.

WEBB – L’arbitro Webb, applaudito dai tifosi viola in scherno ai fischietti italiani, è un Collina un po’ più robusto. Appare molto deciso, lascia giocare e applica la regola del vantaggio com’è d’abitudine al di là della Manica. Dove non si tollerano gli allenatori irrequieti: Conte si agita troppo e viene richiamato dal quarto uomo. Continua a menar la danza, la Fiorentina. Non sbaglia a metà campo, ma davanti è molto imprecisa: Pizzarro (27’) sfiora il palo. E’ l’ennesima occasione che sfuma. Poi è Gonzalo che arranca su Llorente: gli scappa, lo riacchiappa, lo butta giù. E viene ammonito dall’attento Webb. Fiorentina di nuovo sprecona. Montella si mette le mani sulla faccia (38’) quando Ilicic arriva al limite ma spara come se fosse nella vecchia base missilistica americana di Cape Canaveral: verso le stelle.

ROSSO – In avvio di ripresa, Pizarro cade dopo un contrasto. Zoppica, esce. Forse un guaio muscolare. Entra Ambrosini. Cuadrado (5’) fa impazzire la difesa bianconera: Vidal lo falcia e Webb l’ammonisce. Borja batte la punizione in bocca a Buffon. Anche Cuadrado (11’) spara sul portierone bianconero, che stavolta deve respingere a mani aperte. Mentre Vidal (14’) grazia la Fiorentina mandando alto di testa da pochi passi. Ora preme la Juve. I viola sono sotto pressione. Gonzalo è costretto a buttar giù Llorente lanciato a rete: secondo giallo. Che diventa rosso. E punizione diretta. Batte Pirlo, è la sua posizione ideale: gol (25’). Fiorentina in svantaggio e in dieci. Montella manda in campo Roncaglia e toglie Ilicic. Ora è dura. Al 31’ Neto deve compiere una gran parata su una testata di Llorente per evitare lo 0-2. Juve in crescita. Fiorentina demoralizzata. Dovrebbe cercare l’1-1 e giocarsela ai supplementari ma non traspare troppa convinzione. Ed è di nuovo Neto (37) a metterci una pezza su Lichsteiner, entrato a portare robustezza ai bianconeri. L’assedio finale dei viola non c’è, nonostante i 4’ di recupero. La Fiorentina ha dato tutto. Merita l’applauso del Franchi.

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Sandro Bennucci

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