Fiorentina, Vargas scardina la traversa: ma con la Samp è solo 0-0. Pagelle
GENOVA – Trema ancora, l’incrocio dei pali della porta della Samp. La cannonata di Vargas, al 32’ della ripresa, capace di scardinare i legni bianchi, avrebbe potuto trasformare in vittoria un pareggio senza gol, una lotta su un campo viscido, più adatto per la coltivazione delle rape che per giocare. E poteva andar bene alla Fiorentina anche in pieno recupero, se Matri avesse colpito bene di testa, invece di sciupare l’ennesimo gol facile facile del suo tribolato periodo. Anche la Samp ci ha provato, certo. Ma Neto è stato bravo sui tentativi fatti soprattutto da Gabbiadini. E Sinisa Mihajlovic, che voleva vincere a tutti i costi per vendetta contro i viola e contro una Firenze a suo dire matrigna, ha chiuso male la sua domenica: espulso per proteste su segnalazione del quarto uomo. Non basta. Si è spinto in mezzo al campo l’arbitro Russo, con fare minaccioso, gli ha toccato un braccio. Poi ha capito che stava facendo una sciocchezza ed è tornato indietro. Comunque imbufalito. Ha fatto bene perchè questo Russo è un arbitro all’inglese: tollerante sul gioco duro, ma poi incline a estrarre il giallo, anche in maniera esagerata. Cinque ammoniti, decisamente troppi.
La Fiorentina? Ancora convalescente, soprattutto per il gioco. L’assenza di Pizarro si fa sentire nella costruzione. Le scelte di Montella _ Cuadrado troppo basso e Borja Valero spesso troppo avanti – non hanno risolto i problemi. E davanti, al solito, è un piato dirotto. Matri non si sblocca: appare impacciato, spesso in ritardo sui lanci, per nulla incisivo. Ilicic non è stato migliore di lui, molto fuori fase. Forse Montella avrebbe dovuto far giocare dall’inizio Matos. Ma è segno di poi. Il fatto è che senza una scossa, i viola rischiano anche il quarto posto. La notizia più attesa? Che lo staff medico annunci presto i ritorni di Mario Gomez e Pepito Rossi.
CONCILIABOLO – Prologo insolito per Mihajlovic e Montella, già compagni di squadra proprio nella Samp. Parlano per una decina di minuti, si scambiano impressioni, un conciliabolo non frequente fra allenatori prima di una partita. Uno sfogo di Miha? Non è nemico di Montella, ma ha il dente avvelenato con la Fiorentina, soprattutto perché ritiene di non essere stato ben trattato a Firenze. Addirittura ha parlato di pregiudizio, scomodando il vecchio Heinstein. Naturalmente si tratta di un suo punto di vista. O di svista. Fiorentina in maglia grigia. Davanti Matri e Ilicic. Resta in panchina Matos, francamente un po’ a sorpresa considerato quel che aveva lasciato capire Montella nella conferenza stampa della vigilia. Indietro non c’è Roncaglia e Cuadrado è schierato molto basso, praticamente da terzino, a controllare Eder. La novità è il polacco Wolski.
TRAPPOLA – Poco dopo l’avvio, Eder provoca un brivido ai viola. E’ il 5’. L’ex De Silvestri scende a destra, mette al centro per Eder in mezzo all’area che, incredibilmente, non prende la porta: pallone a lato da pochi. Sospirone di sollievo di Neto. Fiorentina un po’ in sofferenza, anche perché Wolski è in difficoltà con Palombo. Poi cambia zona e, con lui, migliora anche la manovra viola. Che tuttavia resta stentata e faticosa come contro il Milan. Francamente nemmeno il campo aiuta il gioco di fino: presenta poggi e buche e l’erba diventa spesso una viscida insidia. O una trappola scivolosa dove incappano tutt’e due le squadre. Proprio il terreno gioca un brutto scherzo a Savic che deve aggrapparsi a Maxi Lopez per non farselo sfuggire. Ammonito: salterà la partita con l’Udinese. Poi è Ilicic (31’) che scivola davanti al portiere Da Costa. Nel rovesciamento di fronte la Samp ottiene un calcio di punizione da 30 metri: batte Gabbiadini, Neto è coperto ma intuisce tuffandosi sulla destra e arriva a deviare il pallone toccandolo proprio quando arriva radente al palo.
CUADRADO – Poi, mentre la Samp sembra in cattedra. Tuttavia, fra il 40’ e il 41’ la Fiorentina arriva due volte al tiro: prima è Mati Fernandez che calcia fuori al termine di un’elaboratissima azione. Poi Cuadrado salta di testa un metro più in alto di Mustafi ma la conclusione è centrale. Cuadrado cade e resta giù toccandosi un fianco. Esce ma rientra dopo pochi istanti e torna al suo oscuro lavoro, là indietro. Perché? Senza Pizarro, Montella confonde le carte in tavola, spostando come pedine duttili Cuadrado e Borja. Risultato? Fiorentina un po’ confusa nel primo tempo, anche capace di ripartire e provocare, a sua volta, sofferenza alla Samp. Copione che si ripete nella ripresa, ma la prima conclusione davvero pericolosa è proprio della Samp: Maxi Lopez (6’) si libera di Diakitè e tira, ma Neto ci arriva e devia. Poi è De Silvestri ad andare al tiro: altissimo. Rovesciamento di fronte (12’), Cuadrado provoca scompiglio, entra in area e serve indietro per Borja che tira, ma il pallone ribatte su uno stinco doriano. Montella cerca d’irrobustire il centrocampo viola: mette dentro Vargas e toglie Wolski. Ma la robustezza non manca indietro: dove Diakitè compie un capolavoro andando a murare Gabbiadini piazzato in mezzo all’area viola. Sta per calciare quando Diakitè, in scivolata ma con perfetta scelta di tempo, intercetta il pallone e respinge.
MIHAJLOVIC – Non è contento, Miha, e sostituisce il suo attaccante migliore, Maxi Lopez, per puntare su Okaka. Maxi è arrabbiato. Gelo fra i due: non si salutano. Anche Montella cambia: fa cenno che basta a Ilicic e manda in campo Matos. Scelta che, vista la partita opaca di Ilicic, avrebbe dovuto essere fatta in avvio di partita. Al 32’ la Fiorentina va molto vicina al gol. Punizione da trenta metri, tira Vargas: incrocio dei pali. Tiro tanto forte da scardinare quasi la porta. Pallone che rimbalza sul terreno a tre centimetri dalla linea bianca. Sul rimbalzo si avventa Matri in rovesciata ma senza esito. Peccato davvero. Viola vicino al gol anche al 44’ su colpo di testa di Ambrosini su punizione di Borja, ma il pallone è centrale per Da Costa. Poco dopo, in pieno recupero, altro cross di Borja, stavolta per Matri: che non inquadra la porta. Che disperazione! Ma sembra più disperato Mihajlovic che protesta per presunti torti. Espulso. Se la prende con il quarto uomo eppoi va addirittura in campo, dall’arbitro Russo, gli tocca un braccio. La giornata di Sinisa, cominciata con il conciliabolo con Montella finisce così: senza la vittoria che cercava e con una sicura squalifica.
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