Pollock e Michelangelo, un confronto possibile
FIRENZE – Nella Cancelleria e nella Sala Gigli di Palazzo Vecchio, dal 16 aprile al 27 luglio 2014,sarà possibile vedere ben sedici opere dell’americano Jackson Pollock (1912 – 1956). Ossia uno dei più importanti artisti del XX secolo ed esponente dell’Action Painting, della pittura d’azione, come la definì in un articolo pubblicato nel 1952 il poeta e critico Harold Rosemberg. Una mostra che mette in relazione la potenza espressiva e dinamica dell’artista americano con quella del grande genio del Rinascimento Michelangelo Buonarroti di cui si celebra quest’anno il 450° anniversario della sua morte.
La mostra, promossa dal Comune di Firenze con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e la collaborazione dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, è ideata e curata da Sergio Risaliti e Francesca Campana Comparini.
Oltre ai importanti disegni prestati dal Metropolitan Museum di New York e per la prima volta esposti in Italia sono presenti alcuni dipinti e incisioni di Pollock concessi da musei internazionali e collezioni private: opere giovanili degli anni Trenta.
La mostra che si sviluppa attraverso le Sala dei Gigli e della Cancelleria in Palazzo Vecchio prosegue nella Sala della Musica nel Complesso di San Firenze in Piazza San Firenze ha il suo inizio nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio dove si conserva Il Genio della Vittoria, una delle opere più conosciute di Michelangelo, un’opera dove evidente è la ricerca dell’artista e dove l’opera appare un continuo eco di tensioni e contrapposizioni che ne determinano la forma. Uno dei tratti più significativi e caratteristici della scultura michelangiolesca e che proprio in Pollock sembrano riemergere attraverso le pittura. L’idea della mostra nasce da alcuni disegni dell’artista americano, conservati al Metropolitan Museum di New York, e già pubblicati nel 1997 da Katharine Baetjer in occasione di un’esposizione temporanea organizzata dal grande museo americano e dedicata ad alcuni quaderni da lavoro di Pollock e alla sua relazione con gli ‘antichi maestri’. In questi taccuini da disegno – Sketchbooks I, II – Pollock appare fortemente impressionato dalle immagini della volta della Cappella Sistina e del Giudizio universale. Pollock aveva infatti avuto occasione di conoscere alcune opere del Rinascimento italiano durante il suo apprendistato
presso Thomas Hart Benton, uno dei protagonisti della pittura americana della prima metà del ‘900, che sottoponeva solitamente le immagini di artisti del passato ai suoi allievi.
La seconda sezione della mostra ospitata nel Complesso di San Firenze offre spazi interattivi, apparati multimediali e didattici, dovesi propongono proiezioni e filmati sulla vita e l’arte dell’artista.
Jackson Pollock.La figura della furia
Palazzo Vecchio (Sala dei Gigli e Sala della Cancelleria), Piazza della Signoria 1; Complesso di San Firenze (Sala della musica), Piazza San Firenze, Firenze
16 Aprile – 27 Luglio 2014
Orario: Palazzo Vecchio: 9 – 24 ad eccezione del giovedì 9 – 14; la biglietteria chiude un’ora prima del museo. Complesso di San Firenze: tutti i giorni 10 – 20 escluso il giovedì 10-14; la vendita dei biglietti sarà sospesa un’ora prima della chiusura della mostra.
Biglietto unico per ambedue le sezioni della mostra in vendita esclusivamente presso la biglietteria del Museo di Palazzo Vecchio
www.pollockfirenze.it
Ravecca Massimo
Ciò che caratterizza il genio è la presenza di processi ricorsivi nelle opere, anche in modo inconsapevole. Come il moltiplicarsi all’infinito dell’immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli. Pollock aveva elementi ricorsivi nelle sue opere, che hanno permesso di riconoscere i falsi che ne sono assenti. Ciò dovuto alla presenza in piccola scala di frattali nei suoi disegni che sono ricorsivi per definizione e per natura. In Michelangelo è presente direttamente il gioco di specchi.. Nella Cappella Sistina, nella Creazione dell’uomo, le mani del Padre toccano il futuro Figlio dell’uomo, e sono protese verso Adamo, in modo similare. Simili nella Caduta dell’uomo sono l’angelo e il serpente tentatore. L’angelo e il serpente sono speculari. Sembrano dei gemelli. Simili sono Aman crocifisso nella Volta della Cappella Sistina e il Gesù del Giudizio Universale sulla parete d’altare. Gesù morì sulla croce interpretando anche la parte di Aman in un carnevale ebraico? In tal senso il “non finito” di Michelangelo è associabile alla “non forma” di Pollock, perché entrambi frutto, o portatori di processi ricorsivi-speculari.