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Scoppio del carro 2014

Pasqua a Firenze: i segreti del «Carro del fuoco» pronto per lo scoppio

Il Brindellone pronto nel deposito di via Il Prato a Firenze
Il Brindellone pronto nel deposito di via Il Prato a Firenze

FIRENZE – Millequattrocento castagnole pronte a fare il botto. Circa 400 fuochi da cui usciranno scintille a forma di fontana, cascata, girandola, bengala, altre emetteranno fischi, altre ancora formeranno ventagli e code argentate. Sono questi i numeri dello Scoppio del Carro, il tradizionale spettacolo pirotecnico della mattina di Pasqua (ore 11) davanti al sagrato del Duomo di Firenze. Un appuntamento ininterrotto con la città da oltre 500 anni, ma le cui origini risalgono ai tempi delle Crociate. Un carro di legno alto 11,6 metri del peso di 40 quintali che viene trasportato da due paia di bovi per le strade del centro cittadino e scortato fino alla cattedrale di Santa Maria del Fiore dai figuranti del Calcio Storico Fiorentino.

FUOCO – Un tempo era chiamato «carro del fuoco» perché adibito al trasporto del fuoco benedetto, acceso con tre schegge di pietra del Santo Sepolcro portate – secondo la tradizione – da Gerusalemme a Firenze dal cavaliere dei Crociati Pazzino de’Pazzi, dopo la liberazione della città santa nel 1099. In tempi più moderni i fiorentini lo hanno ribattezzato, affettuosamente, con il nome di «Brindellone».

PIROTECNICA – Nel deposito del «carro» in via Il Prato tutto è pronto per l’uscita di domani 20 aprile domenica di Pasqua. Fulvio Soldi, titolare con il fratello Sergio e il cugino Alessio della Pirotecnica Soldi di Pian di Scò (Arezzo), sta completando le ultime verifiche. Quello di quest’anno è un appuntamento importante, perché è il 25° anno consecutivo che sono incaricati dal Comune di gestire lo spettacolo dei «fochi». La loro è una ditta che opera in questo settore dal 1869, giunta ormai alla quinta generazione e che avanza verso la sesta.

COLOMBINA – Particolare attenzione sarà rivolta alla «Colombina» due coppie di razzi rivestiti da una struttura di cartapesta a forma di colomba alata, che parte dall’altar maggiore del Duomo al momento del Gloria della messa di Pasqua. In circa 10 secondi percorre un cavo di acciaio di oltre 90 metri, tra l’altare e il Carro. L’impatto con quest’ultimo determina l’accensione della miccia che a sua volta dà l’avvio allo «scoppio» e al gioco pirotecnico multicolore (cosa non certo facile in pieno giorno) che dura circa 10 minuti.

RAZZI – Pochi istanti e la Colombina (che pesa poco più di 1 chilo) torna su sé stessa grazie alla seconda coppia di razzi che le danno la spinta necessaria per la marcia di ritorno verso l’altar maggiore. L’anno scorso (2013) la sagoma bianca si fermò a metà proprio nel percorso di ritorno, perché un razzo si era acceso prima del tempo ed aveva così consumato parte della propria carica. Come un’auto che si ferma perché ha finito la benzina. Quest’anno i tecnici della Soldi hanno rinforzato i due razzi ed effettuato numerose prove. L’importante è comunque che – per la scaramanzia generale – la Colombina riesca ad accendere il carro. In caso contrario la maggior parte dei presenti ne trarrebbe presagi infausti, come la tradizione secolare che vede in questo caso compromesso il raccolto dell’anno nei campi.

PIANO B – Nulla è comunque lasciato al caso. Se la Colombina non dovesse arrivare a destinazione, scatta allora il piano B: accensione elettronica dei fuochi del carro. In misura ridotta perché una parte di questi deve essere necessariamente accesa esternamente dalla colombina: ma pazienza, se ne accenderanno di meno ma lo spettacolo è comunque assicurato.

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DECORAZIONI – Tutto pronto anche nelle decorazioni del Carro. Ripuliti i fregi, la corona e soprattutto gli stemmi della famiglia dei Pazzi. «Sono decorati con foglie di argento meccato, che rendono un colore simile all’oro. Ma è argento» conferma Gilberto Lazzeri, il decoratore dello Studio Techne che da tempo cura il «maquillage» del Carro, anche nella fase di ripulitura quando – dopo lo spettacolo pirotecnico – il Brindellone rientra nel deposito ed in breve tempo deve essere presentabile per accogliere le tante visite delle scuole fiorentine.

QUARTIERI – Alla base del Carro sono tirate a lucido le quattro tavole di legno finemente decorate, ciascuna delle quali rappresenta uno degli storici quartieri fiorentini del tempo. Sul frontale che – quando il carro è davanti al Duomo – guarda l’altare maggiore c’è quello di San Giovanni, poi Santa Maria Novella (che guarda verso via Martelli), quindi Santa Croce (verso il battistero) e Santo Spirito (verso via Calzaioli).

INTERNO – Tutti vedono e ammirano l’esterno del Carro, ma anche l’interno ha una sua vita. Un suggestivo intreccio di tavole e di legni secolari, ciascuno con un suo scopo e una sua storia. Spiccano le incisioni fatte a testimonianza del restauro voluto dalla famiglia Pazzi nel 1622. Come pure la targa in legno del 1924 in occasione di un nuovo restauro. Un foglio di carta –ormai solidificato dal tempo e dalla vernice e appeso al legno con punte da disegno che appartengono alla storia – indica infine le «misure del carro del fuoco»: altezza senza girandola mt. 8,60, altezza con girandola mt. 11,60, lunghezza mt. 3,40, larghezza mt. 2,80. È scritto con una delle prime macchine da scrivere ed è ormai mangiato dal tempo. Ma sarebbe un delitto toglierlo da lì.


Sandro Addario

Giornalista

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