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Il corteo dei dipendenti comunali e dei sindacati lungo le vie del centro storico

Firenze, il Comune dovrà tagliare lo stipendio a 4000 dipendenti

Manifestazione dei lavoratori del Comune di Firenze

FIRENZE – Sembrava a una svolta la vicenda delle maggiorazioni di stipendi pagati ai dipendenti del Comune di Firenze dalle varie amministrazioni comunali, per i quali la Corte dei Conti ha chiesto il recupero, avendoli giudicati illegittimi. Qualcuno aveva ipotizzato che (data forse anche la campagna elettorale in atto), il Governo avrebbe trovato il sistema di regolarizzare l’illegittimità dei versamenti attraverso una norma che li rendesse legittimi a posteriori. In sostanza il Comune ha pagato agli oltre 4000 dipendenti circa 9 milioni in più all’anno: la Corte dei Conti aveva così evidenziato un danno erariale – tra il 2002 ed il 2012 – di circa 100 milioni e richiesto il recupero di 50 milioni, pari agli ultimi anni (2008-2012) in quanto per i precedenti era scattata la prescrizione.

SALVAROMA – Il recente decreto «Salvaroma Ter» – si diceva – avrebbe salvato anche i dipendenti del Comune e probabilmente anche chi aveva deliberato questi pagamenti, che – fu accertato – erano avvenuti attingendo direttamente al bilancio del Comune (togliendoli quindi ad altre voci di spesa) e non alla sola voce stipendi. Ma non è andata così.Il decreto – legge 6 marzo 2014, n. 16 (cosiddetto “Salvaroma ter”)obbliga Regioni e Comuni a recuperare le somme illegittimamente versate ai dipendenti. L’art. 4 dispone che: «le regioni e gli enti locali che non hanno rispettato i vincoli finanziari posti alla contrattazione collettiva integrativa sono obbligati a recuperare integralmente, a valere sulle risorse finanziarie a questa destinate, rispettivamente al personale dirigenziale e non dirigenziale, le somme indebitamente erogate mediante il graduale riassorbimento delle stesse, con quote annuali e per un numero massimo di annualità corrispondente a quelle in cui si è verificato il superamento di tali vincoli.»

RENZI – Gli ultimi sviluppi precedenti della vicenda risalgono al mese di gennaio scorso quando, in relazione al recupero forzoso di una quota di stipendio degli insegnanti, decisa dal Ministero dell’Istruzione, l’allora Segretario del Pd, Matteo Renzi, affermò che non riteneva giusto che un ministero desse dei soldi per poi chiederli indietro.

COMUNE FIRENZE – Subito qualche sindacato del comune di Firenze imbastì una polemica. La Federazione di Firenze dell’Unione Sindacale di Base, in merito ai compensi dei dipendenti del Comune di Firenze dichiarò in una nota: «Il nostro datore di lavoro pro tempore, Sindaco del Comune di Firenze nonché segretario del Pd, a proposito della decisione assunta dal Mef di recuperare dal mese di gennaio 2014, agli insegnanti, 150 € al mese per gli scatti effettuati nel 2013 ha dichiarato: ‘Non siamo su scherzi a parte, non puoi dare dei soldi e poi richiederli indietro’… Ci sembra invece che il film che stiamo vivendo al Comune di Firenze da tre anni abbia una trama assai diversa, a noi i soldi Matteo Renzi ce li ha tolti e anche tanti ,e a gennaio 2014 ce ne toglierà altri! Allora i casi son due o è uno smemorato o è il figlio di Geppetto !».

SACCARDI – La replica dell’allora Vicesindaco Stefania Saccardi fu netta: «La storia dei 150 euro chiesti agli insegnanti non c’entra nulla con la vicenda del Comune di Firenze. Nel primo caso, infatti, si tratta del blocco degli scatti di anzianità, come da Dpr 122 del settembre 2013 e pubblicato in Gazzetta ufficiale a fine ottobre, applicato retroattivamente…. Per quanto riguarda il Comune di Firenze è stata una contestazione del Mef a obbligare il Comune a bloccare il pagamento di alcune indennità in quanto, sempre secondo il Mef, illegittime ab origine. L’amministrazione sta seguendo scrupolosamente la vicenda e finora si è limitata a mettere in mora i pagamenti illegittimi ma nulla è stato recuperato dai lavoratori. Ricordiamo poi che la vicenda è iniziata da un esposto/denuncia del sottosegretario Gabriele Toccafondi, allora consigliere comunale di Forza Italia, alla Corte dei Conti».

Adesso la disposizione citata del decreto Salvaroma taglia la testa al toro. A meno di ulteriori disposizioni in senso contrario, quindi, i dipendenti del Comune debbono rassegnarsi a una decurtazione di stipendio per restituire quanto avevano percepito in passato in perfetta buonafede.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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