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Blitz anti-camorra della Guardia di Finanza e dei Carabinieri

Camorra, blitz contro i Casalesi: arresti e sequestri in Toscana

Blitz anti-camorra della Guardia di Finanza e dei Carabinieri
Blitz anti-camorra della Guardia di Finanza e dei Carabinieri

FIRENZE – Sei le persone arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Caserta e dai militari del Gico della Guardia di Finanza di Firenze nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli. Sequestrate quote societarie e beni immobili per circa due milioni di euro.

Gli arrestati sono accusati di introduzione e diffusione in Italia di moneta falsa, estorsione e trasferimento fittizio di denaro e altri beni. Banconote false statunitensi per 5mila dollari, spacciate attraverso la mediazione di un istituto di credito di Caserta, risultato poi estraneo ai fatti.

«Le indagini -scrive il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli- testimoniano l’esistenza di infiltrazioni del clan dei Casalesi nel tessuto economico della regione Toscana». Sequestrate quote di 7 società nel Valdarno aretino, operanti nel settore edile, e cinque immobili, anche in provincia di Arezzo.

Tra le persone finite in manette nel blitz di stamani contro i Casalesi figurano anche due imprenditori, uno del frusinate, Bruno Fratarcangeli, di 55 anni. Per recuperare crediti legittimi da alcune ditte dell’agro aversano, attive nel territorio laziale, ha chiamato in causa due elementi ritenuti vicini alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi (Giuseppe Ventre, 56 anni, e Massimiliano di Fusco, di 47 anni, il primo in carcere, il secondo arrestato stamattina) che hanno preteso dalle vittime cifre superiori a quelle dovute a Fratarcangeli.

Le indagini, svolte dall’ottobre del 2011 al novembre del 2013, hanno inoltre consentito di scoprire che l’imprenditore Giovanni Potenza, di 62 anni, originario di Villa Literno ma residente nella provincia di Arezzo, condannato per associazione ai clan Nuvoletta di Napoli e Tavoletta-Ucciero del Casertano, per evitare sequestri e confische ha intestato i suoi beni ad alcuni suoi dipendenti: attraverso queste società, inizialmente operanti a Villa Literno e successivamente trasferite nella provincia di Arezzo, Potenza ha fatturato false operazioni facendosi poi restituire indebitamente l’Iva dallo Stato. Secondo gli inquirenti Potenza ha consentito alla camorra di Napoli e Caserta di investire i proventi delle loro attività illecite fuori dalla Campania. Alcune società a lui riconducibili, hanno anche eseguito lavori pubblici.

In manette sono finiti anche Francesco Felaco, 40 anni, e Roberto Biffa, di 39 anni, risultati coinvolti nei processi di intestazione fittizia dei beni.


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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