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Zubin Mehta

Mehta e Strauss, concerto di addio al Teatro Comunale di Firenze

L'orchestra del Maggio Musicale fiorentino
L’orchestra e il coro del Maggio Musicale fiorentino

FIRENZE – Il clima quasi autunnale di sabato 3 maggio si intonava all’umore un po’ malinconico di quanti sono andati ad ascoltare per l’ultima volta un concerto al Teatro Comunale, che ospiterà ancora le opere in cartellone per il 77° Maggio musicale e poi sarà dismesso.

Ad ogni modo, il vecchio teatro ha indubbiamente chiuso in bellezza la sua gloriosa carriera. Il programma del concerto con cui l’Orchestra e il Coro del Maggio, diretti da Mehta, hanno salutato le mura che li hanno ospitati per tanti anni era coerente e raffinato. Interamente dedicato a Richard Strauss, accostava due brani orchestrali, il ben conosciuto «Till Eulenspiegels lustige Streiche» e il «Concerto per oboe e orchestra in re maggiore», a due composizioni vocali, il poco eseguito «Wanderers Sturmlied» per coro e orchestra op. 14 e i «Vier letzte Lieder» per soprano e orchestra, in un crescendo di intensità interpretativa.

Dopo la bella esecuzione del pezzo corale, Zubin Mehta ha dimostrato una volta di più quanto il tardo Strauss sia nelle sue corde, ben assecondato dall’orchestra e dal soprano Anja Harteros, voce particolare e gran perizia tecnica, sicura nei filati e molto espressiva.

Chissà se è un caso Mehta che abbia scelto, come ultime note da far risuonare al Comunale, proprio quelle crepuscolari e melanconiche dei «Vier letzte Lieder», l’ultimo dei quali, intitolato giustappunto «Im Abendrot» («Al crepuscolo»), termina con le parole: «O weiter, stiller Friede, / So tief im Abendrot. / Wie sind wir wandermüde – / Ist dies etwa der Tod?» («O immensa e silente pace, / così profonda nel rosseggiante tramonto. / Quanto ci ha spossati il nostro vagabondare. / È questa forse la morte?»). Un finale un po’ inquietante, visto il contesto; però Strauss, appena spente le ultime note cantate dal soprano, cita il tema della “Verklärung” dal suo «Tod und Verklärung» («Morte e trasfigurazione»): forse anche per questo il pezzo è stato scelto per chiudere il programma, nella speranza che trasfigurazione sia e non morte e basta.

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