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Fiorentina, disastro col Sassuolo. Non basta un gran gol del risorto Pepito: 3-4. Pagelle

Uno dei gol di Berardi, la Fiorentina per un'ora non è esistita (Foto Riccardo Sanesi)
Uno dei gol di Berardi, la Fiorentina per un’ora non è esistita (Foto Riccardo Sanesi)

FIRENZE – Inguardabile per un’ora, la Fiorentina. Che regala tre gol al Sassuolo. Mentre il primo, quello segnato da Berardi su rigore, è un omaggio dell’arbitro Tagliavento. Poi entra Pepito al posto di un disastroso Matri e la scena cambia. Ma è tardi, troppo tardi per rimontare. Anche se Pepito, tornato al gol dopo il lunghissimo infortunio (l’ultimo gol lo aveva segnato proprio al Sassuolo il 22 dicembre), rischiara un po’ la serata plumbea e potrebbe addirittura fare il miracolo nel recupero se Pegolo non riuscisse a sfoderare la più straordinaria parata della sua carriera.

Però che brutto spettacolo, che Fiorentina penosa. Certo, è comprensibile che abbia risentito, nelle gambe e ancor più nello spirito, della nottataccia dell’Olimpico, con tutti i suoi effetti devastanti. Ma fino al decimo minuto del secondo tempo, la squadra non è praticamente esistita. Difesa imbarazzante, dove il povero Rosati ha fatto piangere lacrime amarissime per l’assenza di Neto, tenuto fuori da un dito dolorante. Centrocampo confuso. Fuori fase anche un signor giocatore come Borja Valero. Un po’ meglio Pizarro, ma per lunghi periodi un predicatore nel deserto. Davanti buio assoluto. L’esperienza fiorentina di Matri è finita nel modo peggiore: fra i fischi e gli insulti. Bastava vincere per conquistare matematicamente il quarto posto e garantirsi vacanze lunghe, senza l’ossessione dei preliminari di Euroleague. Invece è stata debacle. Il Sassuolo ha fatto il suo per tentrare di salvarsi. L’ha fatto onestamente nel primo tempo. E puntando sull’ostruzionismo e la perdita di tempo, da campi di periferia, nella ripresa. La svolta, almeno apparentemente, l’ha data Pepito. Con il tocco di classe che ha fruttato il secondo gol viola, seguito da un’acrobazia vincete di Cuadrado. Ma non è bastato a evitare la sesta sconfitta interna del campionato (Napoli, Inter, Lazio, Milan, Roma e …Sassuolo). Ha ragione Montella quando chiede disperatamente rinforzi per l’anno prossimo. La cessione di Cuadrado aiuterà. Un fatto è certo: spettacoli come questo i tifosi di Firenze non li meritano.

AMAREZZA – Settantadue ore dopo l’allucinante notte dell’Olimpico si riparte. Cori in curva Fiesole contro i tifosi del Napoli. Andrea Della Valle, in tribuna d’onore, cerca di nascondere il disgusto per un’altra b­rutta pagina di calcio che ha dovuto suo malgrado vivere. Ma è una pagina da voltare. La Fiorentina affronta il Sassuolo, nella penultima partita casalinga del campionato, guardando avanti. Montella vuole verifiche in vista del confronto con la proprietà per ottenere una squadra più forte nel prossimo campionato. Wolski schierato trequartista è la prova di come il polacco sia sotto esame.­­­­­

RIGORE – La prima emozione (11’) nasce da un tiro di Mati Fernandez deviato in angolo. Per il resto, ci sono solo vani tentativi di servire Matri, poco mobile e marcatissimo in area emiliana. Poi è gioco sonnolento fino all’iniziativa di Sansone (15’) che semina il panico nella difesa viola prima di conquistare un angolo su tiro deviato da Gonzalo. Applausi (16’) per Diakitè che scende ulla destra, si esibisce in un dribbling vincente e forse fa rimpiangere Montella per avergli preferito Tomovic nella disastrosa notte romana. Il Sassuolo si fa pericoloso con Zaza, ma è pronto alla respinta Rosati, che difende la rete viola per l’infortunio a un dito della mano destra che ha tenuto fuori Neto. E Rosati fa addirittura il fenomeno nei minuti successivi: prima risolvendo di pugno una mischia in area, poi deviando sopra la traversa una conclusione assassina di Gazzola. Ma è solo apparenza: l’assenza di Neto poco dopo si farà sentire in maniera molto marcata. Improvvisamente (22’) arriva il rigore per il Sassuolo: tiro di Biondini respinto da Borja Valero in piena area. Con il gomito? C’era il rigore? Mah, diciamo che è stata una concessione molto, ma molto generosa. Borja, che viene anche ammonito, non dà l’impressione di voler respingere con il gomito, ma cerca di voltarsi. Inutile protestare. Batte Berardi (23’): gol. E’ la quattordicesima segnatura per il ragazzo che è in comproprietà con la Juve: nella prossima stagione giocherà in maglia bianconera.

TRISTEZZA – La replica della Fiorentina, affidata a Matri, è fiacca e imprecisa. Invece il Sassuolo ci crede e raddoppia. Pasqual (33’) lascia filtrare inspiegabilmente un pallone nell’area viola. Forse pensava ci fosse un compagno a coprire. Non c’era nessuno. E per Berardi è stato facile metterla ancora dentro, festeggiando il quindicesimo gol personale. Rosati la tocca, ma non riesce a deviare. La Fiorentina sembra un pugile suonato, capace solo di smanacciare a caso. E piovono fischi sui viola (39’) quando il Sassuolo sfiora il terzo gol: Zaza colpisce in pieno l’incrocio dei pali. Roba da non credere: si viene colti da una tristezza che rischia di sprofondare in depressione quando Gonzalo perde il pallone in area come non capita neanche in un torneo dei bar. Berardi (42’) è svelto ad acchiapparlo e a sbatterlo di nuovo alle spalle di Rosati. Ovvio che quando finisce il primo tempo la fischiata aumenti d’intensità. Fiorentina a pezzi! Mentre il patron del Sassuolo, Giorgio Squinzi presidente di Confindustria, comincia seriamente a pensare al premio salvezza per i suoi.

DISASTRO – In avvio di ripresa, la generosità viola sbatte contro la difesa organizzata da Di Francesco. E le ripartenze del Sassuolo rischiano di far male: Zaza (8’) sfiora il quarto gol. Per fortuna arriva un rigore per i viola. Giusto. Longhi butta giù Joaquin (11’). Chi tira? Oddio che responsabilità. Gonzalo va sul pallone, spiazza Pegolo e ridà un pizzico di speranza alla Fiorentina. Ma è solo l’impressione di qualche minuto. Zaza si mangia un gol fatto sparando a lato di Rosati e, qualche attimo(19’), Sansone non sbaglia. Uno a quattro. Che disastro! Montella manda dentro Pepito Rossi al posto di Matri, che esce fra i fischi e gli insulti. Che brutto finale anche il suo. Diranno che i due milioni e mzzo d’ingaggi che ha preso per sei mesi sono stati soldi buttati dalla finestra.

PEPITO – Ma l’ora più buia è quella che precede l’alba. Almeno così pare. Pepito Rossi fa pesare subito il peso della sua classe: si fionda benissimo su un passaggio di Borja Valero spiazza i difensori avversari, Paolo Cannavaro compreso, e batte inesorabilmente Pegolo. E’ il suo quindicesimo gol. L’ultimo (22 dicembre) lo aveva segnato proprio al Sassuolo. Ora siamo due a quattro. Che qualche attimo dopo diventa tre a quattro, grazie a un numero di Cuadrado che segna con un magnifico pallonetto. Un gol che sembra un tocco magico. Lo stadio smette di fischiare i viola e copre invece di bordate sonore i giocatori del Sassuolo e l’allenatore di Francesco che tendono a perdere tempo anche con le sostituzioni entra Ziegler per Sansone). E si difendono come possono. Il bomber Berardi va a fare il terzino su Cuadrado. E lo picchia anche. Ostruzionismo da campi di quarta serie anche quando sono in tre a cadere colpiti da crampi. Si cerca il miracolo nei sei minuti di recupero. Il Sassuolo la butta anche in rissa. Poi è Pegolo (47’) a fare un paratone salvarisultato su Pepito. E’ Borja Valero che segna di testa. No, fuorigioco. Di pochissimo ma forse c’era. Addio è finita. E’ sconfitta di misura, ma in ogni caso uno strazio. Certamente un altro contraccolpo da attribuire alla maledetta notte dell’Olimpico.

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Sandro Bennucci

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