Opera di Firenze, inaugurata la casa del Maggio. Renzi: «Una scommessa vinta». Sgarbi: «Uno scatolone»
FIRENZE – «Fermiamo chi ruba e non le grandi opere». Ѐ il messaggio lanciato dal premier Matteo Renzi, dal palco del nuovo teatro dell’opera di Firenze. Davanti a lui, una sala al gran completo, per il concerto di inaugurazione della nuova grande opera fiorentina. Giorno scelto, sabato 10 maggio, inizio alle 20.30.
FOYER. Un tappeto rosso ricco di volti noti, della città e non solo. Da Roma, oltre al premier, sono arrivati i ministri Boschi e Franceschini. Corteggiatissima da flash e telecamere, in abito rosso, il ministro per le riforme concede qualche battuta ai giornalisti prima di entrare nel foyer: «Il Maggio musicale fiorentino merita questo bellissimo teatro». Di tutt’altro avviso è Vittorio Sgarbi, che del nuovo teatro parla come di uno «scatolone».
Presente il vicesindaco Dario Nardella, il presidente della regione Toscana Enrico Rossi, Eugenio Giani, Mario Razzanelli e Rosa Maria Di Giorgi. Ma anche il cardinale Giuseppe Betori ed il soprintendente al polo museale Cristina Acidini; Francesco Rutelli, con Barbara Palombelli e Gianni Letta, oltre a Fabrizio Viola, amministratore delegato di Mps, e Antonella Mansi, presidente della fondazione Mps. Ecco moda e tv, con lo stilista Ermanno Scervino, Natasha Stefanenko e Bruno Vespa.
La nuova casa del Maggio, che si chiamerà semplicemente Opera di Firenze perché è questo che gli stranieri cercano via internet, va a battesimo con Verdi, Ravel, Arvo Pärt e Puccini. Una signora in kimono e sandali entra nel foyer passando sotto ai costumi di scena della Butterfly, appesi al soffitto come motivo di arredo.
RENZI. Prima del maestro Zubin Mehta, la scena è di Matteo Renzi, che sale sul palco insieme al commissario del teatro Francesco Bianchi, mentre ancora la sala si riempie, prima che inizi il quarto atto di Otello. «Ricordare quello che è accaduto in questi anni, per dare un messaggio di speranza per i prossimi anni», sono le sue parole – «Nel febbraio 2010 tutto sembrava bloccato per questo teatro, un’indagine, un’inchiesta. Il comune di Firenze decise di sostituire i dirigenti statali che erano stati arrestati e di andare avanti lo stesso con quest’opera. Oggi siamo qui. Vorrei che questo teatro desse una spinta a tutti noi. Se ci sono dei problemi con la giustizia si devono fermare i responsabili, non le grandi opere». Prosegue Renzi: «Un teatro nell’antica Grecia era il luogo nel quale veniva messo il centro della città; il teatro dell’opera non è più il centro urbanistico di Firenze. Però è il centro di una grande scommessa».
Di lavoro da fare ancora ce n’è. Fili elettrici a vista e una torre scenica che ha da venire. Palchi e galleria sono già pronti, da lì l’orchestra e una parte del palco rimarranno invisibili. Al termine dello spettacolo, dopo il primo atto di Tosca, pronta una cena per pochi privilegiati, nel grande ambiente d’ingresso del teatro.