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Riina a processo a Firenze la «strage di Natale»

Firenze, Totò Riina rinviato a giudizio per la strage del rapido 904

Riina a processo a Firenze la «strage di Natale»
Riina a processo a Firenze la «strage di Natale»

FIRENZE – Mandante, determinatore e istigatore dell’attentato che il 23 dicembre 1984 costò la vita a 16 persone. E’ l’accusa con la quale il gup di Firenze, Francesco Bagnai, ha rinviato a giudizio il boss di Cosa nostra Totò Riina per la strage del rapido 904 sulla linea ferroviaria Firenze-Bologna. Nella «strage di Natale» morirono 16 passeggeri e rimasero ferite 269 persone. Il processo si aprirà il 25 novembre 2014 davanti alla Corte d’Assise del capoluogo toscano.

L’udienza preliminare si è tenuta oggi nell’aula bunker di Firenze. Riina ha partecipato in video collegamento dal carcere milanese di Opera, dove si trova sottoposto alla misura dell’articolo 41 bis.

Le indagini che hanno portato alle accuse nei confronti di Riina si sono riaperte nel 2010 con le testimonianze di alcuni pentiti di camorra raccolte dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Successivamente anche il pentito di Cosa nostra Giovanni Brusca ha confermato il ruolo di mandante di Riina nella strage del rapido 904. L’inchiesta è stata trasferita per competenza territoriale a Firenze. Per la strage del 1984 sono stati già condannati in concorso Giuseppe Calò, Guido Cercola, Franco Di Agostino e Friedrich Schaudinn.

«Questo processo su Riina è una montatura. Ed è destinato a fare la fine dei processi De Mauro e Scopelliti dove Riina è stato prosciolto perché è stato rilevato che si trattava di impostazioni politicizzate». A dirlo l’avvocato Luca Cianferoni, difensore di Riina, commentando il rinvio a giudizio del capo di Cosa nostra per la strage del rapido 904. Cianferoni ha detto che Giovanni Brusca «non è credibile». Il pentito di Cosa nostra è infatti uno dei testimoni chiave nell’accusa che ha portato a giudizio Riina per la strage di trent’anni fa.

«Totò Riina sta facendo il parafulmine d’Italia di tutto quello che si può immaginare– ha detto il suo avvocato Luca Cianferoni– Il punto dirimente è questo: siamo qui, trent’anni dopo questo gravissimo fatto, con sentenze ormai storiche nelle quali non si era mai parlato di Riina, e Giovanni Brusca, pochi anni fa, nella concomitanza di suoi problemi con la giustizia, ha tirato fuori dal cappello questa novità. Credo che la giustizia dovrebbe sì andare in fondo anche a distanza di tanti anni su fatti così gravi ma chiedersi, prima di andare dietro alle parole di un pentito che parla dopo tanti anni, se non ci sia dietro un interesse personale». Riina, ha fatto sapere il legale, «di salute non sta affatto bene». L’avvocato domani depositerà al tribunale di sorveglianza di Bologna la richiesta di trasferimento in ospedale.


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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