Toscana, Unioncamere: Galgani, sfiduciato, non si arrende e rilancia
FIRENZE – Si difende. Chiarisce che non mollerà fino a un voto di dimissioni da parte dell’Assemblea. E rilancia con un appello estremo alla ricerca di un accordo. Così mercoledì 14 maggio il presidente di Unioncamere Toscana, Vasco Galgani, ha pubblicamente risposto, in una conferenza stampa convocata ad hoc, all’atto di sfiducia ricevuto martedì dalla Giunta dell’organizzazione delle camere di commercio toscane.
Ben 8 presidenti territoriali su 10 hanno sottoscritto nero su bianco in un documento che «sono venute meno le condizioni ed il rapporto fiduciario», per cui a Vasco Galgani è stata comunicata «l’impossibilità di proseguire nel ruolo di guida dell’ente regionale».
«Si vada verso un progetto condiviso con tutto il sistema delle camere di commercio – replica Vasco Galgani nel suo appello pubblico ai membri dell’organizzazione imprenditoriale regionale -: questo è ancora possibile se ciascuno fa un passo indietro, in modo che tutti possano farne due in avanti». «Ho fallito nel cercare una riforma regionale di Unioncamere – ammette poi il presidente – ma difendo il mio operato: ho cercato sempre progetti condivisi, ferme restando le peculiarità dei diversi territori della nostra regione».
Una posizione, quella di Galgani, che appare tuttavia debole, al momento. Per il 22 maggio è stabilita infatti una riunione dell’assemblea di Unioncamere in cui saranno votate le dimissioni del presidente sfiduciato dalla Giunta. Eppure, si difende Vasco Galgani, «i miei progetti di riforma durante la mia presidenza sono sempre andati verso una razionalizzazione delle nostre strutture e maggiori risparmi». A conforto di questa tesi il presidente di Unioncamere snocciola dati e cifre del bilancio di mandato 2010-2014 della Camera di Commercio di Firenze, da lui presieduta. Con la sua gestione, spiega, i risparmi di questo ente sono cresciuti: fra il 2009 e il 2013 c’è stato un risparmio complessivo sulle spese del personale pari a 4,5 milioni di euro. E non manca uno scatto d’orgoglio, all’indirizzo di chi lo ha sfiduciato: «Le riforme che non sono riuscito a realizzare avverranno, perché è solo questione di tempo. Ci sono altri che invece si accontentano dello status quo, che però non porta a niente» .