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Firenze, restaurato l’antico orologio del Duomo: segna l’ora italica

Orologio Duomo di Firenze
L’orologio del Duomo di Firenze

FIRENZE – Tornerà a funzionare il grande orologio che si trova all’interno della Basilica di Santa Maria del Fiore, sopra la porta centrale nella controfacciata, uno dei pochi al mondo che segna l’ora italica, dal tramonto del sole anzichè dalla mezzanotte.Il restauro, presentato oggi 21 maggio dall’Opera di Santa Maria del Fiore, è stato reso possibile grazie all’intervento dei professori Andrea Palmieri e Ugo Pancani, del Centro studi per il restauro di orologi dell’Isis (Istituto statale di istruzione superiore) Leonardo da Vinci di Firenze, nonché alle Officine Panerai, la maison di alta orologeria sportiva nata proprio a Firenze nel 1860.

UNICO AL MONDO– L’orologio del Duomo di Firenze è molto prezioso. Ha il quadrante dipinto nel 1443 da uno dei maggiori artisti del Rinascimento, Paolo Uccello, e uno dei meccanismi di funzionamento tra i più antichi, uno dei pochi al mondo che segna l’ora italica dal tramonto del sole. Si tratta di un metodo di suddivisione del giorno che si diffuse a partire dal ‘400, principalmente in Italia ma anche in Boemia, Slesia e Polonia, secondo il quale la giornata era divisa in 24 ore che venivano numerate a partire dal tramonto. Unico al mondo non solo per la sua straordinaria collocazione, l’orologio, il cui primo meccanismo si deve al fiorentino Angelo di Niccolò nel 1433, ha avuto bisogno nel corso dei secoli di parecchie riparazioni fino ad arrivare al meccanismo attuale che risale al 1761. In quell’occasione il quadrante dipinto da Paolo Uccello fu modificato da 24 a 12 ore e la lancetta originale fu sostituita.

DUE CUSTODI – L’orologio è stato poi restituito alle caratteristiche originali soltanto 40 anni fa quando un restauro ha portato alla luce il quadrante di Paolo Uccello e ha ripristinato l’antico funzionamento: una sola lancetta compie un giro di 24 ore dal tramonto con un movimento antiorario, segnando così l’ora definita italica o anche «ora dell’Ave Maria». Negli ultimi anni però il meccanismo ha avuto bisogno di un nuovo intervento, logorato com’era da sostanze nocive, con i perni degli alberi usurati. Pochissimi sono coloro che possono accedervi dopo aver salito circa 90 scalini in uno stretto cunicolo: tra questi, Lucio Bigi e Mario Mureddu, due custodi dell’Opera di Santa Maria del Fiore, che da molti anni si occupano della regolazione dell’orologio con il tramonto e della carica settimanale. Adesso l’ultima ora, dice Lucio Bigi, è alle 20 solari, alle 21 con l’ora legale, e resterà così fino a luglio. Al tramonto, la 24ma ora era scandita dal suono delle campane e serviva a far rientrare a casa tutti coloro che lavoravano nei campi.

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