Spese e investimenti dei Comuni: Firenze in zona retrocessione
FIRENZE – Nei giorni delle elezioni amministrative che coinvolgono oltre 4.000 comuni, fra i quali Firenze, sono stati resi noti i dati elaborati da un sito specializzato (la piattaforma Openbilanci) che rende disponibili i conti economici e gli investimenti varati da ciascun comune italiano negli ultimi 10 anni. Per ognuno degli 8.100 municipi, sono stati raccolti e analizzati i bilanci preventivi e consuntivi da mettere a confronto tra di loro.
La piattaforma propone indicatori che aiutano a comprendere cosa significhi la mole enorme di numeri presenti in un bilancio. Dalla spesa per il personale alla capacità di riscossione, dalla velocità di spesa corrente alla capacità di previsione passando per investimenti e autonomia finanziaria, ecco le classifiche dei ‘promossi’ e dei ‘bocciati’. Sulla spesa per il personale, ad esempio, i comuni più virtuosi risultano L’Aquila (10,70%) per la quale vanno comunque tenute presenti le difficoltà affrontate dopo il sisma del 2009 che ancora fa sentire i suoi effetti, Prato (17,63%) e Carbonia in Sardegna (18,50%), mentre quelli che hanno sborsato di più sono Agrigento (48,96%), Ferrara (44,42%) e Siena (42,75%).
Indichiamo qui la posizione del Comune di Firenze, guidato da Matteo Renzi, messa a raffronto con gli altri 10 capoluoghi di regione più importanti.
L’Autonomia Finanziaria – misura fino a che punto il Comune è in grado di fare fronte autonomamente (grazie a tasse, entrate dai servizi comunali, ricavi dallo sfruttamento del patrimonio e dalle aziende partecipate, etc.) alle proprie necessità senza ricorrere ai trasferimenti dello Stato, della Regione e altri enti pubblici. Più è alta la percentuale, maggiore è l’autonomia.
Firenze è 22° su 110; meglio, fra le grandi città, solo Bologna.
Gli Investimenti – misurano la parte di spese che il Comune decide di dedicare a progetti di lungo termine per lo sviluppo del territorio. Più alta è la percentuale, più forte è la tendenza ad investire nel futuro con progetti che riguardano le infrastrutture, lo sviluppo di servizi, i trasporti, etc.
Firenze è 73° su 110; peggio, fra le grandi città, solo Bologna
La Spesa per il personale – misura il costo del personale impiegato nell’amministrazione comunale rispetto al totale delle spese di gestione, cioè tutte le spese necessarie al funzionamento del Comune e alla erogazione dei servizi per i cittadini. Più è alta la percentuale dell’indicatore, maggiore è la spesa.
Firenze è 88° su 110; peggio, fra le grandi città, solo Bologna e Napoli
La Capacità di previsione – misura quanto il Comune sia in grado di programmare correttamente le proprie spese annuali e quindi le entrate necessarie per coprirle. Considera la differenza tra quanto il Comune prevedeva di spendere – bilancio preventivo – e quanto ha effettivamente speso al termine dell’anno – bilancio consuntivo. Più è alta la percentuale migliore è la capacità di previsione, che quindi è massima in coincidenza con il 100%.
Firenze è 46° su 110; peggio, fra le grandi città, Torino, Milano, Napoli e Roma.
La Capacità di riscossione – misura la capacità del Comune di incassare le entrate proprie (tasse, entrate dai servizi comunali, ricavi dallo sfruttamento del patrimonio e dalle aziende partecipate, etc.) che ha previsto ad inizio anno. Più è alta la percentuale, maggiore è la capacità e quindi minori saranno i crediti da riscuotere lasciati in eredità negli anni successivi (i cosiddetti residui attivi).
Firenze è 45° su 110; peggio, fra le grandi città, Torino, Milano, Napoli e Roma.
La Velocità di spese correnti – misura la rapidità con cui il Comune riesce a pagare servizi e acquisti – fatture e stipendi per il funzionamento del Comune – per i quali si è impegnato nel corso dell’anno. Più è alta la percentuale maggiore è la velocità e quindi minori saranno i debiti lasciati in eredità negli anni successivi (i cosiddetti residui passivi).
Firenze è 65° su 110; peggio, fra le grandi città, Torino, Napoli e Roma
Come si può rilevare, Firenze è da «alta classifica» soltanto per l’autonomia finanziaria, da «media classifica» per capacità di previsione e di riscossione, mentre è in «zona retrocessione» per investimenti, spese per il personale e velocità per le spese correnti.
Non è proprio una situazione invidiabile quella che viene lasciata in eredità alla nuova amministrazione municipale. Che dovrà accettare la sfida e cercare di potenziare gli investimenti, riducendo alcune spese, viste le vacche magre della finanza pubblica. Il voto dei fiorentini dovrebbe perciò affidare il governo della città a una compagine che sia capace di quest’ardua impresa. Credo però che questo rebus troverà difficilmente una soluzione.