Guardia di Finanza: De Gennaro nuovo comandante per la Toscana
FIRENZE – Il generale di divisione Andrea De Gennaro sarà dal prossimo mese di luglio il nuovo comandante regionale della Guardia di Finanza in Toscana. Subentrerà al pari grado generale Giuseppe Vicanolo, a Firenze dall’agosto 2010, chiamato a Roma a dirigere il Comando tutela dell’economia da cui dipendono il Nucleo speciale di polizia valutaria e il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) delle Fiamme Gialle.
De Gennaro, 54 anni romano, ha già prestato servizio a Firenze – da colonnello – dal 2001 al 2004 alla guida del Nucleo di polizia tributaria. Chiamato poi al Comando Generale, è stato quindi comandante provinciale delle Fiamme Gialle a Roma. Dal 2011 è direttore centrale per i servizi antidroga del Ministero dell’Interno.
In partenza anche l’attuale comandante del Nucleo di polizia tributaria a Firenze, colonnello Luca Cervi, chiamato prossimamente al Comando generale a Roma. Al suo posto arriverà il colonnello Adriano D’Elia proveniente dal Nucleo Pt di Bari.
Restando a Firenze, è notizia dei giorni scorsi che il Gip del Tribunale di Roma ha emesso il decreto di archiviazione in via definitiva, come proposto dal pubblico ministero, del procedimento contro il generale di corpo d’armata Michele Adinolfi – attuale comandante interregionale per la Toscana, Emilia Romagna e Marche – e di Giuseppe Marra, editore del gruppo Gmc Adnkronos, nell’ambito dell’inchiesta sulla cosidetta «P4». I due erano accusati di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento personale nei confronti dell’uomo d’affari Luigi Bisignani. L’inchiesta, partita dalla procura di Napoli nel 2010, era poi approdata a Roma nel settembre del 2011. Secondo l’accusa Adinolfi, allora generale di divisione e capo di stato maggiore del Comando Generale, avrebbe detto a Marra di accertamenti in corso a carico di Bisignani, che successivamente sarebbe stato informato. A rivelare tutto questo era stato Marco Milanese, allora deputato Pdl e braccio destro del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Una circostanza sempre smentita dagli accusati. Ora, dopo oltre tre anni, il caso è chiuso.