Firenze, pet therapy a Ponte a Niccheri: un cane con i pazienti di psichiatria
FIRENZE – Firenze è la prima città in Italia ad avere un reparto di psichiatria che ricorre alla pet therapy. Ѐ partito la settimana scorsa all’ospedale Santa Maria Annunziata, a Ponte a Niccheri, l’esperimento che mira a dare sollievo ai pazienti affetti da problemi di salute mentale. In cosa consiste?
CHANEL – Cinque pazienti del reparto di psichiatria sono stati avvicinati da una femmina di pastore tedesco, a pelo lungo, di tre anni, di nome Chanel. Ѐ stato permesso loro di familiarizzare con l’animale, che seppur mite di carattere può incutere timore, vista la sua stazza di 35/40 chili. Chanel è già stata impiegata in questo genere di iniziative, in scuole materne ed elementari, per incontrare bambini, anche disabili. Nonostante sia stata abbandonata a nove mesi, ha sviluppato un carattere mansueto, adatto per questo genere di iniziative. I pazienti sono stati accompagnati da una psicoterapeuta, Sabrina Ulivelli, e dall’addestratore del cane.
L’esperimento proseguirà. Sarà ripetuto per sette volte, fino all’11 luglio. La passeggiata con il cane dura circa un’ora e mezzo e a Chanel si aggiungerà Bella, un border collie di un anno.
Perché? Si tratta di mettere il paziente a diretto contatto con un animale, un cane di solito, permettendogli di familiarizzare e giocare con esso. La naturale semplicità del comportamento del cane permette il recupero di una fase emotiva che la psicopatologia ha inibito. «Attraverso il rapporto di giocosità che si instaura – dice il dottor Stefano Castagnoli, responsabile del servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale dell’Annunziata – migliora la possibilità degli utenti di entrare in contatto con una realtà vera che può essere amica e non minacciosa, aumenta la fiducia e produce un piccolo circuito virtuoso che favorisce il processo di cura». Un aiuto verso la guarigione, dunque.
CLOWN THERAPY – Non solo pet therapy. Prima ancora era arrivata la clown therapy. A Santa Maria Annunziata si può trovare il dottor Nuvola, alias Federico Magherini, che, nei panni di un clown, due volte la settimana incontra i malati.
ANIMALI FRA I MALATI TERMINALI – La pet therapy (o, per meglio dire, terapia assistita dagli animali) nasce nel 1961, per opera del neuropsichiatra infantile Boris Levinson. Adesso arriva in un reparto di psichiatria dell’ospedale dell’Annunziata; ma non è l’unico caso fiorentino in cui gli animali da compagnia vengono impiegati per la cura dell’uomo. Nei reparti di terapia intensiva di quattro ospedali della Asl 10 ed in tre hospice per i pazienti terminali, è stato dato libero accesso ai cani e gatti dei malati. Con il proprio animale fino alla fine. Per fare ciò, si sono dovuti superare i problemi connessi all’igiene, alle difficoltà nel lavoro arrecate al personale ed al fastidio provocato agli altri ricoverati. Gli ospedali interessati sono san Giovanni di Dio, Santa Maria Nuova, Santa Maria Annunziata e Mugello, oltre agli hospice di San Felice a Ema, San Giovanni di Dio e Oblate.
Dal 2012, a Firenze è possibile rivolgersi a dei professionisti per sapere se conviene avvalersi dell’aiuto di un cane. L’equipe è composta da un veterinario esperto in etologia, un fisiatra, un fisioterapista, un neuropsichiatra infantile, infermieri ed educatori cinofili e fa capo al dottor Carlo Ciceroni, del Servizio di igiene urbana veterinaria.